Ridurre le radiazione del Cellulare? E’ possibile…

Creato il 06 luglio 2011 da Chiccheinformatiche

Ridurre le radiazioni provenienti dai cellulari è di fatto possibile, ma ci sono purtroppo dei compromessi.

Il SAR, l’indice di assorbimento del nostro cervello è un parametro che viene molto spesso trascurato a favore del design e delle funzionalità dei nuovi cellulari e smartphone. Il concetto delle radiazioni dei cellulari è un problema molto serio, da non sottovalutare.

Un ingegnere che ha dedicato la propria tesi su questo argomento è giunto alla conclusione che il “raccomandato” auricolare è solo un palliativo, dato che le radiazioni sono dannose per gli organi vicini al cellulare e, lo stesso auricolare che funge da antenna per captare le frequenze è rivolto verso l’orecchio e di conseguenza verso il cervello. L’unica soluzione sembrerebbe quella di diminuire le radiazioni prodotte dai cellulari.

Come detto precedentemente pero, se si realizzassero cellulari con basso SAR (circa 0,8) la conseguenza sarebbe quella di rinunciare ad alcune caratteristiche che oggi vengono offerte e definite indispensabili. Come ad esempio il giroscopio e il GPS. Pero purtroppo è stato constatato che ogni nuova versione di cellulare introdotta sul mercato ha un SAR sempre maggiore di quella precedente. Ad esempio l’iPhone di oggi ha un SAR pari a 1,17, mentre quello del primo iPhone era di 0,79.

Ora vi domanderete “E le aziende cosa fanno per ridurre le radiazioni?”.
Nonostente questi dati, l’ iPhone 4 ha registrato un record di vendite, che sono ovviamente il frutto della campagna promozionale di Apple. Secondo voi, se anche tutti avessero saputo il SAR emesso dall’iPhone, qualcuno ci avrebbe rinunciato? Io credo proprio di no, stiamo parlando di persone che fanno ore, ma anche giorni di fila davanti al negozio per mettere le mani sul melafonino.
Quindi la risposta per ora sembra proprio di “No!.”, e la colpa è anche nostra. Se noi cominciassimo a pensare più alla nostra salute che ad avere un cellulare di ultima generazione, anche i produttori correrebbero ai ripari.


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