Rieccomi. Stavolta sul serio.

Creato il 20 settembre 2011 da Elenaporcelli

Volevo davvero scrivere da Pitti Immagine Fragranze, ma poi sono stata travolta dalla quantità di profumi da annusare, dagli incontri con artisti come Francis Kurkdjian e dalla bellezza di Firenze, anche olfattiva, se vi piacciono l’odore di cuoio e di cavalli (a me fanno impazzire). Girare tra le bancarelle di pelletteria era come nuotare in Royal Delight (***) di Creed.

Tornata a Milano ho trovato il giornale in frenesia da chiusura e non ho più alzato la testa dalla scrivania finché, ieri, il direttore mi ha detto che non avevo superato il periodo di prova. L’esperimento di far lavorare una blogger/cronista/pazzoide come giornalista di bellezza è fallito. Per quel posto ci vuole una persona con un’esperienza e una testa molto diverse.

Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, non ho vincoli con gli inserzionisti pubblicitari, per cui posso dirvi chiaro e tondo che Loverdose (*), ultima creazione di Diesel, sa di Cocobat, quei cosini gommosetti con la liquirizia fuori e un ripieno rosa o giallo di natura indeterminabile, che qualcuno ha il coraggio di considerare commestibili.

In Loverdose c’è, tanto per destare curiosità, anche un “ingrediente segreto”, una sorta di liquirizia dall’aria sintetica. In realtà è la solita bufala di marketing. Al giorno d’oggi un laboratorio di analisi può identificare qualsiasi sostanza. Scommetto su un enorme successo commerciale tra le bimbeminkia e di conseguenza, ignari passeggeri che, quando la fanciulla salirà sul tram, esclameranno: “Ma si è rovesciato un camion di cosini alla liquirizia?”

“Be Stupid”, lo slogan di Diesel, per me, dice tutto. Non è neanche abbastanza cattivo o strano da risultare interessante. Se fossi ancora una giornalista stipendiata, dovrei inventarmi una fesseria tipo: “è il nuovo Angel (****)”. In effetti, se un angelo fosse precipitato nel pentolone dell’impasto dei Cocobat, forse avrebbe quell’odore lì. L’unica cosa che si salva è il flacone. Ma, purtroppo, lo vendono solo pieno.

Allo stesso modo, potete credermi se dico che Bottega Veneta (****) è un capolavoro. Sa di borsetta nuova: perfetto per lo stile senza tempo del marchio. E’ come se avessero catturato l’odore del reparto accessori della Rinascente di Milano: il cuoio morbido e preziosissimo si mescola con i sentori fioriti e vanigliati che salgono dal piano terra, reparto profumeria, dove solerti signorine spruzzano i malcapitati clienti con la fragranza del momento, che lo vogliano o no. Per essere distribuito da un marchio di moda, è molto originale: un femminile cuoiato mancava nella profumeria di massa, mentre ce ne sono molti nella nicchia, per esempio l’eccezionale Bandit (****) di Piguet e il nuovo Cuir Fétiche (***) di Maitre Parfumeur et Gantier. L’ho provato a Pitti Fragranze: é dolce e avvolgente ma molto meno sensuale della confezione: una bottiglia che “indossa” un corsetto di pelle rossa. A volte, anche i marchi di nicchia privilegiano il contenitore a discapito del contenuto.


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