riflessi di mani e visi

Creato il 17 febbraio 2013 da Occhio Sulle Espressioni
El espejo de la bruja
1962
Messico
Regia: Chano Urueta
Soggetto: Alfredo Ruanova, Carlos Enrique Taboada
Sceneggiatura: Alfredo Ruanova
Pregevolissimo horror messicano, uno dei migliori provenienti dal Paese nordamericano. Facendo leva sul periodo di produzione favorevole, essenzialmente il decennio Sessanta, è venuto fuori un gotico classico, di chiaroscuri e rituale bianco e nero, che pesca in due filoni notissimi agli appassionati di genere: il "mad doctor", con tanto di assistente, che uccide per ridare vita, funzionalità o bellezza ad un paziente e la stregoneria, con presenze dall'aldilà, a scopo vendicativo. La prima cosa che balza all'occhio dello spettatore attento è l'amalgama di attori con tratti somatici ispanici in contesti dove invece si era abituati a vedere gli anglosassoni far da padrone. Seppur evidente la volontà di emulazione, è forte la caratterizzazione, le bellezze con efelidi dei classici inglesi sono sostituite da affascinanti presenze, neanche stereotipate. Non siamo, però, nei voluttuosi estremi di un Jess Franco, ma più dalle parti di un Riccardo Freda o un Mario Bava. Ispiratori sono i seminali Orlacs Hände, di Robert Wiene, tratto dal romanzo di Maurice Renard Les Mains d'Orlac e Les yeux sans visage di Fraju, opera franco-italica già analizzata. Oppure, a proposito del già citato Franco, c'è uno dei suoi lavori più pregevoli, Gritos en la noche, del 1961, anch'esso simile. Poi è stato un ripetersi del tema, in tempi recenti e in tutte la nazioni, persino di nuovo in Messico con La horripilante bestia humana del mostro sacro René Cardona, padre. Candelabri, fumo, corridoi e pianoforti ed ovviamente specchi non stancano mai se accompagnati da scelte di movimento di camera così intense e una fotografia di tale fattura, curatissima dal punto di vista della composizione e della profondità, nonché originale; stessa qualità per suoni e musiche, non innovativi ma buoni. Inizio prelibatissimo, compresi i titoli. Chano Urueta ha avuto una carriera grandemente prolifica: oltre al "battesimo" per molti cineasti messicani, cioè i film con i personaggi della "lucha libre", è stato rapito altre volte dai tentacoli del genere orrore, purtroppo con risultati inferiori a El espejo de la bruja.

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