Riflessi di un pomeriggio d’inverno di Laura Whitcomb

Creato il 01 settembre 2010 da Lamiatestafralenuvole

Questo libro mi è stato regalato da un’amica tanto tempo fa ma per molti mesi è rimasto a prendere la polvere sullo scaffale , talvolta  ho dei pregiudizi, con questo bellissimo romanzo ho imparato che posso amare anche storie che parlano di fantasmi.

La trama dal sito della Bol:

Helen vaga sulla Terra da più di un secolo, esistendo grazie alla vicinanza di ignari umani: è uno spirito, e cerca di lenire l’inquietudine che la tormenta a causa di qualcosa accaduto in un passato ormai lontano. Mentre si trova in una cittadina della provincia americana, nella classe del professor Brown, Helen scopre che James, un’entità ultraterrena e inquieta come lei, si è impossessato del corpo di uno studente, Billy Blake, che si era trovato in bilico tra la vita e la morte. Lo sguardo del ragazzo incontra gli occhi di Helen, segue i suoi movimenti, indugia sul suo volto. E così, solo per James, per la prima volta dopo un tempo infinito lei non è più invisibile. In preda a un’emozione esaltante, comprende che la sua esistenza sta per cambiare. Non le sembra vero di poter finalmente parlare con qualcuno che riesce a vederla e sentirla, e tra i due si accende un’irresistibile attrazione. Ma Helen vuole anche ricominciare a sentire profumi, sapori, insomma, quelle sensazioni umane che le mancano terribilmente. E, soprattutto, si strugge dal desiderio di poter toccare James. Per farlo, c’è un unico modo: deve trovare un corpo in cui abitare, proprio come è successo al suo amato.

La prosa di Laura Whitcomb ha qualcosa di speciale, questo libro mi ha preso fin dalla prima pagina, semplice, affascinante, una di quelle storie d’amore malinconiche e intense, mi ha emotivamente coinvolto.

I personaggi solo sfumati, senza consistenza, la  narrazione è  poetica, accade poco o nulla,  eppure si provano tantissime emozioni.

Quando Hellen e James si innamorano, il desiderio è palbabile, l’attrazione è fisica e spirituale (sono fantasmi) e la loro felicità contagiosa.

Ad un certo punto Helen si impossessa di un corpo abbandonato dall’anima, il corpo di un’adolescente, Jenny, e deve adeguarsi alle regole rigidissime ispirate dal credo religioso dei suoi nuovi genitori, presto  si sente intrappolata. La descrizione è così efficace che davvero manca l’aria.

Ci sono moltissime referenze letterarie:  Coleridge, Shakespeare, Dickens e soprattutto   Emily Dickinson la cui poesia  “Why Do They Shut Me Out of Heaven?” è citata  nel libro:

Why do they shut me out of heaven?
Did I sing too loud?
But I can say a little minor
Timid as a bird.
Wouldn’t the angels try me
Just once more,
Just see if I troubled them
But don’t shut the door.
In the white robe
And they were the little hand that knocked
Could I forbid?

Non è una delle più belle poesie mai scritte?

Il mio voto: 4,5/5

Em



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