Riflessioni di fine corso

Creato il 08 luglio 2013 da Annab

A quasi un mese dal termine dei corsi, ben 3 in altrettante sedi, ancora mi stupisco di quanto ho lavorato quest’anno! E quindi inizio pubblicando una foto con  alcune allieve (il luogo era poco illuminato quindi è leggermente sgranata) … e in fondo trovate un’altra foto.

Luglio 2013 Sagra della cucombra!

Tornando al tema dei corsi, davvero ce l’ho messa tutta ma ora che mi sto riorganizzando per settembre mi chiedo anche se sia andato tutto bene, se ci siano cose da mantenere o vice versa se ci siano cose che avrei potuto fare meglio o magari in maniera diversa. Così ho buttato giù alcune riflessioni a ruota libera in vista del nuovo anno!

Appunti
La parola chiave di quest’anno? Programmazione. E lo strumento più importante? Il mio quaderno blu. Per ogni corso mi scrivevo il contenuto e gli esercizi di ogni singola lezione prima della lezione stessa, spesso indicando anche le musiche da usare, e questo mi ha consentito di sfruttare al meglio ogni appuntamento. Inoltre mi è venuto in aiuto nei momenti in cui mi ho avuto meno tempo per organizzare le lezioni o mi sono sentita meno in forma…. Assolutamente da mantenere!

Parole
Trovare il giusto equilibrio tra spiegazioni verbali e illustrazione pratica del movimento… per me una prova stimolante. Inoltre, e non è certo una mia scoperta, ho potuto sperimentare in prima persona come l’uso di un linguaggio in positivo (evitando per quanto possibile parole come “difficile”, “faticoso”, “problema”, o la stessa espressione “non c’è problema”) contribuisse a distendere l’espressione del volto, creare un clima sereno e invogliare le persone a sperimentare subito i nuovi movimenti.

Squat… e ancora squat!
Ho avuto conferma di quanto la preparazione fisica, intendendo con questo un ampio insieme di attività di scioglimento, allungamento e potenziamento muscolare, abbia avuto un rapporto diretto con la bellezza e l’armonia dei movimenti. Anche nella danza orientale praticata per puro diletto, senza velleità artistiche o performative. Su questo sono pronta per darci dentro durante l’estate. A parte gli squat, che adoro, voglio strutturare un sistema ancora più efficace, facile da memorizzare e che eventualmente si possa usare anche a casa.

Ambiente
L’importanza di un posto adeguato. Accogliente, caldo, gradevole. Scontato? Tutt’altro! Quante volte tra colleghe si parla di palestre o sale con “energia bassa” o poco favorevole? Mi ritengo fortunata perché sia al Laboratorio Labici a Persiceto sia Alle Arti a Cento si respira(va) un’aria positiva. A San Matteo, poi, lavoro nel mio studio e modestamente si sta benissimo!

Osservazione
Prestare attenzione alle persone, guardarle con riguardo e ascoltarle con il cuore… non lo si fa mai abbastanza!

Fiducia
Nelle persone, nel corpo umano, nelle risorse insite in ogni allieva…. E pazienza. Saper aspettare per poi riuscire a scorgere i miglioramenti, i progressi che immancabilmente arrivano!

Apprezzamento
Valorizzare l’apprendimento, ovvero far notare i cambiamenti in atto, educare le persone a percepire l’evoluzione nel proprio corpo e nella propria danza, gratificare e gratificarsi per i risultati ottenuti. Una grande soddisfazione quando qualcuna mi diceva, “Vedi Anna, un mese fa non si muoveva nulla e ora invece riesco a fare il cerchio di petto”. Testuali parole di un’allieva, ma ne ho tanti altri di esempi del genere…

Last but not least
Per chiudere un’ultima riflessione, che forse è la più importante. Per me la danza intesa come percorso di apprendimento e crescita è sempre stata una sfida. Senza stare a elencare tutte le difficoltà che ho incontrato, in sintesi diciamo che i movimenti non mi sono mai venuti naturali, tutt’altro. Quello che so fare, nel bene o nel male, è frutto di impegno, allenamento, ricerca… e anche tolleranza. Allo stesso tempo, ho incontrato diverse danzatrici che per un dono di natura riuscivano al primo colpo o quasi. Non hanno mai dovuto più di tanto lottare con il proprio corpo per far uscire i vari movimenti, beate loro! Solo che da insegnanti non si capacitavano del perché a chi era diversa da loro le cose NON venissero altrettanto naturali… e magari si spazientivano pure!

Ecco, io mi auguro di riuscire sempre a mettermi nei panni delle allieve e di utilizzare queste mie esperienze “in salita” come stimolo e incoraggiamento a credere nelle proprie possibilità, e come dimostrazione che esiste sempre un modo per andare oltre i propri limiti in un clima di condivisione, gioia e apertura al nuovo.

Con Annalisa Nicoli e il suo gruppo di tribal fusion, con cui ogni tanto collaboro con molto divertimento per tutti!


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