Riflessioni eSTEMporanee

Creato il 01 ottobre 2015 da Propostalavoro @propostalavoro

Durante la mia ricerca di un nuovo impiego, mi sono iscritto ad un buon numero di newsletter dedicate.

Questa mattina, leggendone gli ultimi aggiornamenti, mi sono improvvisamente reso conto di non aver mai notato una grande mancanza tra le diverse possibilità di formazione offerte: l'ormai famigerato gruppo STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), sempre più salutato come strada maestra per l'innovazione e lo sviluppo economico, è assente.

Mi riferisco in particolare alla "T" di Technology: possibile che il massimo che si riesca ad avere sia un "Corso base di Excel" o un "Corso intermedio di SAP", con qualche sporadico "Corso per Web Designer"?

Senza voler sminuire l'importanza di tali strumenti (io stesso ne ho fatto uso in precedenti esperienze), l'impressione che questa non possa più essere definita una preparazione informatica adeguata appare fondata.

Riflettendoci, viene da pensare che la questione non riguardi soltanto i percorsi di riqualificazione professionale, ma l'intero sistema educativo: per troppo tempo si è pensato che competenze quali ad esempio la Programmazione fossero troppo settoriali per entrare a far parte del P.O.F. di ogni Istituto Superiore. 

Di questo ho dovuto prendere atto – piuttosto dolorosamente – al mio passaggio dal Liceo Linguistico alla facoltà di Bioingegneria: se i compagni provenienti da Licei Scientifico-Tecnologici o da I.T.I.S. potevano spesso vantare conoscenze di Inglese anche molto buone, io non disponevo certo di abilità informatiche decenti.

Il motivo? Se l'apprendimento di almeno una Lingua straniera è previsto in tutti i percorsi scolastici, il Coding non ha goduto di altrettanta considerazione.

Nel 2015, credo che un simile divario sia impensabile: non si tratta più di skills da "nerd", ma di una vera e propria Alfabetizzazione 2.0, un'esigenza alla quale non possiamo più sottrarci. 

Non basta imparare Inglese, Tedesco o Cinese: nel prossimo futuro dovremo "masticare" anche C, Java, SQL, HTML…

La sfida che ci lanciano le discipline STEM, può essere vinta; e l'Italia, in particolare, potrebbe trasformarsi nell'avanguardista di un approccio STEAM, aggiungendo la "A" di Art, nostro secolare punto di forza e di orgoglio, capace di richiamare ogni anno milioni di turisti; Arte e Scienza sono sempre state legate, e l'industria culturale non può che trarre beneficio dal supporto fornito da sistemi informativi e multimediali.

Primo motore del cambiamento dovrà essere la Scuola, prendendo magari ad esempio le riforme proposte in Australia, dove la programmazione diventerà materia didattica a tutti gli effetti, fin dalle Elementari; non si tratta di diventare i prossimi Steve Jobs, ma di maturare una maggiore dimestichezza con un settore che permea quasi ogni attività quotidiana, per non ridurci al ruolo di fruitori passivi. 

Ciò detto, anche gli Enti preposti alla Formazione e all'Orientamento dovranno fare la propria parte, includendo l'acquisizione di tali capacità nei propri curriculum, e cercando di fare tutto il possibile affinché le tante "vittime" di questo ritardo possano colmare le proprie lacune e ritornare – più agguerriti di prima – nel Mercato del Lavoro.

                                                                     Andrea Torti