Come molti di voi sapranno già sono impegnato con il mio nuovo ruolo di photoeditor per il magazine e social network HP Photography. E' un lavoro molto interessante, ma anche di reponsabilità, dal momento che in base alla selezione delle immagini che andranno a costituire il magazine, ma anche le galleries che vengono ritenute idonee a comparire sul sito, si fa l'immagine stessa di HP.
Il rispetto per il lavoro altrui è la prima cosa richiesta ad un photoeditor e perciò cerco di farlo con la massima sensibilità possibile, ma sempre teso ad approvare solo il meglio perchè vogliamo offrire un prodotto che eccelle e si distingue per qualità e contenuto della proposta fotografica.
Vero è che i fotografi coinvolti sono amatori od experienced, ma questo non deve far pensare che possiamo pubblicare lavori non all'altezza, solo in virtù della natura amatoriale dei fotografi coinvolti.
Anche perchè HP Photography vuole essere e sarà una vetrina internazionale e trampolino di lancio, virtuale e non per i fotografi del futuro, o per chi insomma ha ambizioni un pò più alte del semplice hobby.
In queste ore quello che ho potuto verificare è che, purtroppo, non è molto diffusa la conoscenza di come si presenta un portfolio di immagini.
Un portfolio di immagini dovrebbe avere una struttura piuttosto armonica e coerente. Dovrebbe parlare lo stesso linguaggio, e questo è da intendersi sia come rapporto delle immagini (meglio tutte foto quadrate, o 4:3 o 3:2), meglio tutte in bianco e nero o tutte a colori, e possibilmente tutte con lo stesso tipo di bianco e nero o lo stesso tipo di colore.
Saper rappresentare con lo stesso linguaggio un tema sarebbe la migliore delle soluzioni, in modo tale da non dare l'impressione di un lavoro messo su un pò a casaccio, prendendo qua e là dall'archivio.
Ecco, ho notato molte difficoltà in questo senso. Ed è questa la prima cosa che notano i photoeditors di tutto il mondo quando si accingono a valutare una serie di immagini.http://feeds.feedburner.com/AlessioCogheStreepher