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Riflessioni personali e informazioni sui miei due giorni a Budapest (che ti faranno venire voglia di andarci)

Creato il 18 settembre 2014 da Marika L

Se stai cercando una meta incredibilmente low cost, se hai voglia di emozionarti di fronte a paesaggi meravigliosi, se hai bisogno di staccare la spina e fare un viaggio nel tempo, perché non ti concedi due giorni a Budapest?
Io, dal canto mio, voglio raccontarti ciò che ho visto e voglio farlo ora, con le emozioni ancora impresse nella mente e i dettagli nitidi e chiari, sperando possa esserti utile per un viaggio futuro.

Osservandola attraverso il finestrino del taxi, Budapest mi era sembrata abbastanza deludente: sporca, trascurata, spenta. In realtà è una città che va capita e per farlo è doveroso conoscere un minimo la sua storia e le incredibili atrocità che l’hanno messa in ginocchio.
Se riuscirai ad arrivare a questo, ti renderai conto che è invece una capitale bellissima, elegante e fondamentale per ogni viaggiatore. Col senno di poi, posso dirlo: non è spenta, è vintage.

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Abbiamo mosso i primi passi in Ungheria proprio sul lungofiume, raggiungendo il maestoso Ponte delle Catene, simbolo di Budapest e primo ponte stabile della città. Nonostante la sua indiscutibile bellezza, la mia meta era un’altra e si trovava poco più avanti: Le scarpe sulle rive del Danubio. Quest’opera, realizzata in memoria degli ebrei che venivano costretti a togliersi le scarpe prima di essere fucilati, mi ha trasmesso un senso di profonda malinconia al solo pensiero di tutti quegli innumerevoli corpi che cadevano, innocenti, in acqua. Ho avvertito un magone allo stomaco che riesco ad associare a pochi altri luoghi nel mondo.
Seppur non pubblicizzata abbastanza, credo sia doveroso inserire nel proprio itinerario un frammento di storia così forte e vivido.

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Credevamo che atterrare nel pomeriggio sarebbe stato un dramma, in realtà questo ci ha permesso di iniziare la nostra visita poco prima del tramonto, proprio mentre il sole iniziava a colorare i suoi tesori. Tra questi, spicca il Parlamento.
Noi abbiamo deciso di osservarlo solo dall’esterno ed è davvero grande ed elegante, basti pensare al fatto che per decorarne gli esterni sono stati usati ben 40 chili di oro.

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Imperdibile è una passeggiata lungo la frequentatissima Vaci Utca, una delle più importanti arterie della capitale e strada principale dello shopping. Durante i tuoi due giorni a Budapest, concediti un po’ di tempo per sederti in un qualsiasi bar ed osservare il via vai di persone intente a fare acquisti, prenotare massaggi thai (sono ovunque!) o scegliere il proprio souvenir.

Sapevi che Budapest ospita anche la più grande Sinagoga d’Europa? E’ visitabile all’interno e si trova nel quartiere ebraico della città.
Tuttavia, se sei interessato agli edifici religiosi, ti consiglio anche la visita della Basilica di S.Stefano. Questi due maestosi luoghi di culto si trovano a breve distanza l’uno dall’altro e regalano scatti meravigliosi soprattutto di notte.

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Dopo essere entrato in sintonia con Pest, non ti resta che visitare l’altra parte della città, raggiungibile con i mezzi pubblici, ma io ti consiglio di farlo attraverso i ponti: Buda.
Questa sponda della capitale ti catapulta in un mondo medievale tanto che proprio mentre stai iniziando a cercare il menestrello di turno, ecco spuntare un punto in cui è possibile tirare con l’arco. E a questo punto, credimi, perdi qualsiasi cognizione spazio temporale.
Per arrivare al castello è possibile utilizzare la funivia, che noi abbiamo evitato per l’eccessiva fila decidendo di percorrere la salita a piedi. Posso dirlo? Ne è valsa la pena!
Da lì puoi incamminarti verso il Bastione dei Pescatori, chiamato così perché fu proprio questa corporazione ad incaricarsi di difendere la città.
Il panorama è impareggiabile e credo che sarei rimasta per ore a guardarlo.

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Ma non potevo concedermi questo lusso: l’Isola Margherita mi stava aspettando!
Si tratta di 2,5 km di prati curatissimi, giardini giapponesi, piscine, fontane e chi più ne ha più ne metta. E’ un’oasi di pace e di tranquillità nella quale rifugiarsi dopo una giornata trascorsa a camminare.

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Se, come noi, preferisci evitare i mezzi pubblici per vivere pienamente una città, allora ti consiglio di raggiungere a piedi la Casa del Terrore, un museo imperdibile che ripercorre la storia dell’Ungheria dalla caduta del nazismo in poi. Sono presenti tantissime testimonianze davvero toccanti che raffigurano persone che sono riuscite a sopravvivere al campo di concentramento, oppure che non hanno mai più avuto notizie di un familiare arrestato senza motivo. Credo che questa sia una visita fondamentale, perché permette di immergersi in ciò che è nascosto “dietro le quinte”.

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Potrai poi raggiungere la bellissima e poco distante Piazza degli Eroi, scattare qualche foto e concederti qualche ora nei bagni termali Szechenyi.
Avevo visto questo luogo in tante fotografie, lo avevo vissuto tramite i racconti di amici e finalmente, poi, sono riuscita a immergere i piedi in quasi tutte le piscine delle terme, che vanno dai 20 ai 40 gradi.
Szechenyi è il più grande -e secondo me anche più affollato- bagno termale d’Europa, ma in realtà durante i tuoi due giorni a Budapest avrai solo l’imbarazzo della scelta, perché la capitale ne vanta circa cinquanta, ma i più famosi (e non collegati agli hotel) sono sei.

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Per una come me, che preferisce spazio soprattutto alle sensazioni, è strano parlare di una città iniziando dall’itinerario, ma l’ho fatto per una ragione: si deve partire da qui, per spostare lo sguardo oltre il proprio naso.
Ho capito l’importanza di Budapest e della sua storia, del ruolo che ha avuto in eventi traumatici, della sofferenza, della soppressione. Credo che viaggiare voglia dire entrare in sintonia con un luogo e comprendere i passi che lo hanno portato alla sua forma attuale.  Budapest è una medaglia: se da un lato ci sono le cicatrici, dall’altro c’è un’intensa vita notturna fatta di locali e fiumi di birra.
Credo, però, che andrebbero abbracciati entrambi i lati per riempire quel bagaglio di ricordi ed emozioni che stringi con mano quando qualcosa ti entra dentro.

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Budapest mi ha ricordato che l’esperienza è la migliore insegnante, che puoi sfogliare per anni mille libri imparando avvenimenti e luoghi a memoria ma nulla potrà mai competere con l’importanza di viverli, quei luoghi.
Mi sono sentita infinitamente piccola di fronte alle scarpe sul Danubio e a ciò che di più mostruoso la mente umana riesce a creare. Poi nella Casa del Terrore continuavo a guardare il video di un sopravvissuto che, piangendo, si poneva sempre la stessa domanda ed io me la sono posta con lui: “Perché?”.

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