Riflessioni post Salone del Gusto
Da Allaroundthefood
Oggi riflessioni finali sul S.G dopo le varie top ten e top five dei giorni scorsi. Sui vari food blog è da giorni che imperversano critiche, complimenti, chi dice che non è più quello di una volta (ma c'è mai qualcuno che non lo dice?!), chi dice che mancavano alcuni stand fondamentali, chi critica il costo del biglietto in rapporto all'offerta, chi dice che stà già comprando i biglietti per la prossima edizione. Insomma è tutto una via vai di commenti, alcuni, come sempre, interessanti ed altri meno (addirittura c'è chi dice "io non ci andrò mai" Ma perchè poi? Mah..).Insomma dopo tutto questo gran parlare ho pensato di mettere in ordine le mie riflessioni e di dire anche io come l'ho trovato questo Salone del Gusto, tanto per non farci mancare punti di vista :-)Partendo dalla location, dettaglio non poco importante secondo me, io, sinceramente, trasferirei il tutto a Milano e questo per dei semplici motivi: prima di tutto perchè Milano è più comoda per tutti (produttori nazionali ed internazionali) e poi perchè offre degli spazi espositivi più belli e meglio organizzati. Mi spiego meglio, il Lingotto essendo una ex fabbrica Fiat è piuttosto bruttino e nel cibo la presentazione ha la sua bella importanza: è vero che la presentazione la fa lo stand in sè e non la fiera, ma anche una costruzione più bella e ideata apposta per questi tipi di eventi può far la differenza. Chi visita la nuova Fiera di Milano non può che non rimanere affascinato dalle geometrie e dal gioco di trasparenze ideato da Fuksas, esperienza che non si può certo provare si quando visita il Lingotto. Altro punto a sfavore del Lingotto è la sua posizione: per arrivarci bisogna letteralmente attraversare la città (non proprio il massimo per chi non la conosce ma nemmeno per chi ci abita suppongo) mentre la Fiera di Milano è comodamente posta vicino all'autostrada e alla tangenziale. Ultimo dettaglio, direi "strategico", la futura Milano Expo avrà luogo esattamente nella zona fiera ed il tema dell'expo sarà niente di meno che "nutrire il pianeta" in logica molto slow foodiana.. quindi perchè non cominciare a unire il tutto?Passando all'organizzazione del S.G non ho molto da dire, secondo me è stata ottima ed ho anche molto apprezzato gli orari di apertura e chiusura oltre ai provvidenziali punti di raccolta differenziata dei rifiuti. Quello che poi ho trovato veramente entusiasmante è stata la totale applicazione della teoria slow foodiana in un contesto fieristico dai grandi numeri, che di per sè ha poco di slow (e molto di fast): la scelta degli orti biologici come aiuole d'ingresso, le conferenze su innumerevoli temi, la cura per ogni dettaglio per far passare l'idea che "no non è un'utopia, si può veramente vivere e mangiare meglio", la vendita delle bottigliette dell'acqua Lurisia a soli 0,50 centesimi e non ai soliti 1,50 delle fiere, tutto era in perfetta coerenza petriniana.Per quanto riguarda i prezzi, posso solo dire che 20€ la trovo una cifra più che onesta da spendere per un simile spettacolo pantagruelico e che 10€ per un pranzo cucinato con i presìdi Slow Food sono semplicemente 10€ spesi bene. Poi che in alcuni banchi (specie nello street food) i prezzi fossero un pò esosi, questo è vero ma non mi sembra comunque il caso di montare un caso "da prezzi folli".Ultima considerazione, ma che ritengo in assoluto la più importante, è che ho trovato semplicemente geniale l'idea di fare una grande cena post Salone (Ne avanza per me?), in cui molti grandi nomi della cucina europea erano chiamati ad usare i prodotti avanzati dal Salone, così da non buttarli via. La cena era in realtà un vero e proprio happening e i grandi chef avevano il compito di ideare nuovi piatti al momento, con l'obbligo di usare solo le giacenze. Una grande prova che cambiare mentalità si può, ma solo grazie ad una coerenza ferrea.
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