Tra poche settimane saranno passati due anni, da quando, quel 27 Gennaio, ho lasciato l’Italia per un viaggio di cui non avrei mai potuto immaginare la destinazione. Viaggio in realta` e` una parola grossa, i racconti di mari e monti, di lunghe strade e stretti sentieri, spesso traggono in inganno sul come in realta` si sviluppa un viaggio a lungo termine. Nella mia situazione, generalmente, i mesi di movimento vero e proprio, di quella che a qualcuno piace chiamare “avventura”, si alternano a piu` o meno lunghi periodi di stallo, mesi in cui mi fermo a riorganizzare nuovi piani e recuperare qualche soldo. Quella attuale e` la sosta piu` lunga fino ad oggi, qui a Wellington, in Nuova Zelanda, dove mi trovo gia da diversi mesi, e dove credo mi fermero` per almeno altrettanti.
Per quanto la stabilita`, le abitudini che tornano, possano lentamente soffocare o distrarre lo spirito di chi viaggia o vorrebbe viaggiare, mi piace pensare che alla fine dei conti non importa in quale angolo del mondo ci si trovi, finche` si approccia cio` che si incrocia sulla popria strada con la mentalita` giusta. Oggi pero` mi trovo in una condizione strana, opposta, dove subisco gli effetti di una routine che in qualche modo ha gia` rotato troppe (?) volte.
Secondo la ciclicita` della mia storia a questo punto dovrei essere sul punto di ricaricarmi lo zaino sulle spalle e ricominciare a girare come una trottola. Arrivo, lavoro, stringo amicizie, conosco la citta`, la zecca del viaggio inizia a prudere, e me ne vado. E poi ricomincio da capo. E poi di nuovo, e ancora, e ancora. Ma oggi no, sono fermo qui, senza la minima intenzione di muovermi nel breve termine. Cosa e` successo?
Credo, magari sbagliandomi, di aver raggiunto una qualche forma di punto di non ritorno, di trovarmi alla fase in cui ormai il tempo non ha piu` tanta importanza in termini di mete da raggiungere. Non ho fretta, perche` la meta e` dove mi trovo gia`, la meta e` il mondo. Per quanto ci siano centinaia, migliaia di luoghi ancora da vedere, da fotografare, da vivere, so che in qualche modo, niente pare piu` irraggiungibile, come sono arrivato qui, posso ripartire, fermandomi quando voglio per quanto posso. Perche` ormai la mia vita si sta costruendo su questo ciclo. L’intraprendenza, la curiosita`, quella spinta che due anni fa mi facevano saltare nel buio, oggi compongono la quotidianeeta` in modo cosi` naturale, che quasi non mi ricordo piu` com’era prima.
Se da un lato l’eccitazione della prima volta, di forse l’unica volta in cui ci si mette veramente in gioco, non sara` semplice da riaccendere, questa ruota, una volta in movimento, e` veramente difficile da bloccare. Nuovi progetti, nuove idee si susseguono giorno dopo giorno, e piu` ne arrivano, piu` se ne realizzano, e piu` me ne vengono in mente, e piu` si accumulano, piu` perdono di valore. E cosi` e` una continua ricerca a qualcosa di piu` grande, che forse neanche esiste.
Non so se tutto cio` sia un bene o un male, so solo che ero partito pensando che una volta trovata la pace, sarei tornato a casa, e oggi non ho piu` idea di dove sia ne` l’una, ne` l’altra.