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Riflessioni sui lettori forti e gli scrittori deboli

Creato il 09 febbraio 2011 da Marce982

Questa mattina, tra le tante cose da fare, ho trovato il tempo di leggere un articolo interessante apparso sul blog “Scrittori in Causa“, che a sua volta riprende un post scritto da Carola Susani e pubblicato sul blog di Minimum Fax. In entrambi i pezzi si parla di lettori forti e del loro ruolo in ambito editoriale nel mercato italiano. Considerazioni amare che forse dovrebbero far riflettere autori e lettori e aprire nuovi piani di confronto.

È vero, le case editrici devono fare i conti con il mercato e, a volte – forse spesso –, non si trova spazio per esordienti che non siano “commerciali”. Questo, però, non può essere un alibi per gli scrittori, i quali dovrebbero innanzitutto vivere liberamente la propria creatività. Non riesco a immaginare un autore che riflette su cosa scrivere sulla base di cosa è più o meno vendibile. La scrittura dovrebbe essere in primo luogo un esercizio di affinazione personale, un modo per guardare dentro se stessi e fare emergere la storia che coviamo in noi.

Gli editori fanno il loro mestiere, il loro obiettivo è quello di realizzare dei ricavi, è inutile prendersi in giro e credere all’esistenza di mecenati che regalano denaro per la pura bellezza, senza pensare di avere un ritorno economico. Creare interesse intorno all’autore di un romanzo piuttosto che promuovere il contenuto è una scelta promozionale, un modo come un altro per incrementare le vendite. Se funziona, ben venga. In ogni caso, bisogna rimanere orientati allo scopo. Se stiamo parlando di intrattenimento, allora non possiamo lamentarci. Non tutti scrivono per essere i nuovi Hemingway o Moravia, ci sono coloro che preferiscono regalare qualche minuto/ora di sano svago, senza tante pretese e senza troppi fronzoli. Non credo che debbano essere considerati con minore dignità. L’importante è, come in ogni mestiere, che il lavoro venga svolto con onestà, senza pensare di prendere in giro nessuno.

Ci saranno sempre lettori forti e altri meno incalliti, non si può sperare di raggiungere i secondi con Cime tempestose o con L’uomo senza qualità. Così come in TV i programmi, che so, di Corrado Augias non avranno mai gli stessi ascolti de Il Grande Fratello.

Ognuno di noi ha la sua dieta mediatica insindacabile.


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