Riflessioni sul festeggiare

Da Slela
Certo che a Valentino, lassù nel cielo, devono fischiare parecchio le orecchie oggi.
Quando ero fidanzata, anch'io ho festeggiato le mie buone e classiche serate di San Valentino.
Che, scusate la schiettezza, erano regalo-cena-sesso.
Non ricordo romanticismo, ma probabilmente è la memoria che fa cilecca, sono passati secoli.
Si sarà capito che sono una di quelle che evita le feste comandate, come la peste.
Ma vado controcorrente. Non sono neanche del team "festeggio tutti i giorni, sono sempre innamorata".
Sono comunque coerente, e non festeggio neanche la festa delle donne, il compleanno, l'anniversario di matrimonio.
Quando sono diventata così cinica? Non mi sono mai fermata a riflettere su questa cosa.
Pensandoci adesso, penso che quel periodo della mia vita sia finito quando si è ammalato mio marito.
Da allora mi sembra di avere una corazza di ferro intorno.
Mantengo solo Natale e compleanni dei figli, lo faccio per loro.Non ho più voglia di festeggiare niente.
Ma non è pigrizia, è che proprio non me ne frega niente.
Non so cosa mi sia successo.
La mia voglia di festeggiare qualcosa è latente, da qualche parte, o è proprio evaporata?
Sono felice nella vita, sono serena e innamorata, darei la vita per mio marito e i miei figli.
E sono appassionata del mio lavoro.
Ma per il resto, tutto è arido.
Questa piattezza di sensazioni e sentimenti un po' mi spaventa, mi sembra di spegnermi.
Ma l'amore lo sento, non l'ho perso.
Perché non ho più (o probabilmente non ho mai avuto) la voglia di FESTEGGIARE l'amore?
Scusate il post di autoanalisi, sto cercando di capire cosa passa per la mia testa.
Mi sento così offuscata questo periodo, ho la testa avvolta dietro una nebbia perenne.
Cos'è questa voglia di festeggiare che vedo in giro? E' reale, genuina, o è finta, imposta?
Non la capisco, non me la ricordo.

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