Il weekend scorso ci siamo finalmente organizzati per una delle famose crociere nordiche. Il format è semplice: si parte alla sera (nel nostro caso venerdì), sia viaggia in nave tutta la notte, al mattino si arriva in una delle capitali nordiche (Helsinki, Tallinn, Riga), si visita un po’ la città, alla sera si riprende la nave e al mattino dopo si ritorna a casa.
28-30 ore totali di nave e 6-7 ore da passare nella città: molto turista d’assalto.
Ma quando abbiamo visto che a Riga ci aspettavano i -20° (a mezzogiorno, mica di notte), abbiamo tutti convenuto che sei ore fossero sufficienti.
La città niente per cui strapparsi i capelli: un piccolissimo centro storico carino, piacevole da girare, e all’esterno della gran architettura sovietica.
Siamo anche saliti in cima ad un grattacielo di evidente stampo staliniano, il più alto della città, per ammirare il panorama. Lukas ha abilmente contrattato con il vecchio che sovrintendeva alle entrate, e siamo saliti pagando 2€ a testa.
In quel momento mi sono sentito davvero nel bel mezzo della Guerra Fredda, come catapultato in un film, con tutti gli stereotipi del caso.
Sensazione strana, molto decadente.
A parte questo episodio, il freddo ci ha messo i bastoni fra le ruote per godere della giornata. Davvero insopportabile: mai patito un freddo simile, giuro. Non che fossimo molto attrezzati, ma Riga è anche più a sud di Uppsala, non ci aspettavamo un clima da circolo polare.
Per il viaggio a Tallinn promemoria: calzamaglia e maglia della salute di lana. E crepi il macho italiano.
La nave è proprio bella: ci sono diversi clubbini per ballare, il karaoke, spettacolini (patetici, a dire il vero) per famiglie, giochi a quiz.. E il cibo è ottimo (ho fatto incetta di pesce, che a casa non ho voglia/non sono capace di cucinarlo).
Ma penso che il grande devasto studentesco sia limitato a particolari crociere organizzate ad hoc, perché dopo dieci minuti passati a bere e fare un po’ di casino in un corridoio è venuta la sicurezza a sbatterci fuori..
Quindi insomma, niente rave-orgy party.
A proposito, mi sento di dire con una certa sicurezza che il mito della “Trombonave” è una cagata tutta italiana. Probabilmente nata da qualcuno che, complici ingenti quantità di alcol, è riuscito a portarsi a letto qualche ragazza scandinava. Beh certo: chiudi della gente giovane in una nave con alcol a buon mercato (che poi neanche così tanto, purtroppo) e di cose ne possono succedere. Ma così come succedono anche nelle nation, nei club, negli studentati..
Ovunque dei maschi arrapati riescano a far bere abbastanza le ragazze normalmente taciturne e schive, in definitiva.
Ma pensare alle mandrie di tamarri italiani che carichissimi vengono in Svezia alla ricerca di queste famose “navi dell’amore” è veramente patetico.
Quindi sappiatelo, su queste navi ci sono solo un po’ di studenti che sbevazzano, famiglie con i figli che pascolano ovunque e uomini e donne di mezza età dallo sguardo vacuo che cercano di approcciare chiunque gli capiti a tiro.
Ecco, nella migliore delle ipotesi vi beccate una sessantenne mal vestita e ubriaca che vi si struscia addosso sulla pista da ballo.
Però svedese, eh..
Poi nei racconti a casa si possono omettere tutte le altre informazioni.
E ora un altro po’ di foto, và:
E la compagnia è stata meravigliosa. Non mi ero ancora trovato così bene con le persone conosciute ad Uppsala: sempre tante feste e tanto divertimento, ma questa è la prima volta che ho iniziato a pensare a loro davvero come a degli amici. Saranno state le lunghe chiacchierate, le personalità particolarmente ben azzeccate, il tempo passato a stretto contatto nelle cabine..
Non so, ma siamo stati davvero bene. E questo è proprio un bel gruppo, vediamo di tenerlo unito.
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Domani presentazione di fronte alla classe: un articolo sul livello di informazione degli elettori.
Vista lo nostra situazione in Italia fa quasi ridere..
Sono un po’ agitato, non mi sento molto sicuro sull’inglese: una cosa è chiacchierare a tu per tu, una cosa è parlare ad un pubblico, facendo un discorso sensato.
Spero che prendano in simpatia il mio accento cantilenante..
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E fra 24 ore siamo io e te, finalmente.
Dopo 6 settimane passate a razzo ma che sembrano una vita.
Corsa incontro all’aeroporto? O troppo sdolcinato?
Vado a ripassare il mio speech, meglio..