Capiamoci bene, alla fine, questa crisi non è “economica” ma “finanziaria”. Cercherò di sintetizzare al massimo. Ad essere sinceri, fino a quando nel 2011 non è esploso il famigerato “spread” la crisi in Italia era vista e vissuta con un certo distacco. La politica dei governi del centro destra è stata improntata all’incentivazione dei consumi, sperando che questo potesse far bilanciare i conti. Così non è stato. Ma vediamo il perché. Che Berlusconi non riscuotesse simpatia in Europa era un dato di fatto. Che da più parti si volesse causare la sua caduta è un dato di fatto. Un altro dato di fatto, messo in luce dall’ex-ministro Brunetta e da altri economisti indipendenti, è che nel 2011 la Banca Centrale Tedesca aveva in mano una quantità considerevole di titoli italiani. Proprio così: la Germania investiva nel debito pubblico italiano. Lo spread era ai minimi. Ad un certo punto questo equilibrio è saltato. “Qualcuno”, e precisamente a giugno dello scorso anno, nella stanza dei bottoni del massimo istituto tedesco ha deciso di vendere una quantità iperbolica di titoli italiani ( si parla di otto miliardi di euro) intossicando il mercato, svalutando i titoli italiani e… spedendo Berlusconi a casa con un pesante “foglio di via”. Arriva Monti, il quale – prima di accettare ogni incarico di governo – pensa di “blindarsi” e viene nominato dal Presidente Napolitano “senatore a vita” due giorni prima di assumere l’incarico di Presidente del Consiglio. Monti non ha fatto alcuna politica economica o di sviluppo. Il suo obiettivo, l’unico, era quello di recuperare i rapporti con l’estero e con la Germania in particolare, evitando che i titoli italiani diventassero “spazzatura”. In altri termini, far vedere che l’Italia era “coperta ed allineata” ai diktat finanziari europei e della Germania.Per fare questo Monti ha dovuto e voluto porre in essere l’unica cosa possibile: rastrellare quanto più contante possibile, spremendo gli italiani e facendo leva sulla paura dei partiti politici e del popolo di finire come in Grecia o in Spagna. Di fatto, l’inasprimento della politica fiscale ha tolto energie vitali al Paese e fiaccato ogni aspirazione di sviluppo economico.E’ stato un bene tutto ciò? NO.Perché da un estremo si è passati ad un altro: è calata la fiducia dei consumatori, il fabbisogno pubblico ed il debito pubblico è aumentato, la produttività e gli investimenti sono crollati, la disoccupazione è schizzata a livelli record.Monti nel suo rastrellamento si è comportato come un bravo segugio. Ha riportato l’Italia in condizioni di poter dialogare finanziariamente con gli altri Stati Europei, ha pagato e sovvenzionato gli aiuti agli Stati deboli, ha messo il sistema bancario italiano in condizioni di poter contare sul tesoretto e sugli interessi del debito pubblico italiano. Oggi l’Italia ha una finanza pubblica forte, in grado di rastrellare fino all’ultimo centesimo nelle tasche degli italiani, ma ha un sistema economico assai debole e deficitario. E tutti lo sanno che senza ripresa dei consumi e investimenti l’economia italiana è destinata a morire.Monti ha fatto bene il suo ruolo e speso bene i soldi degli italiani, ma si è guardato bene dal realizzare anche una sola riforma seria: non ha toccato i privilegi della casta politica, non ha fatto nulla contro i grandi poteri industriali e bancari, si è sempre supinamente chinato ai poteri forti arrivando persino ad approvare per l’ILVA una norma che contrasta con il diritto alla salute dei cittadini di Taranto. Monti, di fatto, ha commissariato l’Italia per conto dell’Europa, anzi per conto dei poteri finanziari dell’Europa che con la faccenda dello spread hanno guadagnato qualche miliardo di euro alla faccia del popolo italiano. Ora basta. Se alle prossime elezioni non ci sarà una classe politica “mezza seria” che si occuperà di svoltare pagina, di ridare fiducia alle famiglie ed alle imprese, di spazzare via la paura del terrorismo fiscale e della sudditanza ai poteri finanziari europei, occulti o meno che siano, l’Italia vivrà il prossimo quinquennio in modo estremamente oscuro e misero, in cui l’economia reale subirà ulteriormente una regressione fatale. Potremo dimenticarci di essere una potenza industriale e l’Europa, anziché un terreno fertile di scambi economici diventerà per gli italiani un giogo difficilmente sopportabile. Per questo va scongiurato ogni possibile tentativo di un “Monti bis” che perpetuerebbe il “rastrellamento fiscale”, acuendo la crisi economica. Né bisogna farsi illudere dalle belle parole di Monti e dalle lacrime di coccodrillo della Fornero. L’economia reale ha subito un tragico tracollo da quando Monti è al governo.La classe politica dovrebbe avere l’orgoglio di riscattarsi dalla “tecnocrazia” apparente. I nostri politici dovrebbero riappropriarsi del loro ruolo e dare una svolta al Paese con una politica di incentivazione della domanda e dei consumi e fare ricrescere, così - piano piano - gli investimenti. Monti non ne è stato capace, né è detto che lo voglia fare.Ci vogliono idee e uomini nuovi. Ci vogliono parlamentari e governanti che, pensino, una volta tanto, seriamente a governare il Paese guardando al futuro dell’Italia. Ma, soprattutto, degli italiani. By M.
“rigor montis” e la congiura dei banchieri: no al monti-bis
Creato il 05 dicembre 2012 da MichelebarberaCapiamoci bene, alla fine, questa crisi non è “economica” ma “finanziaria”. Cercherò di sintetizzare al massimo. Ad essere sinceri, fino a quando nel 2011 non è esploso il famigerato “spread” la crisi in Italia era vista e vissuta con un certo distacco. La politica dei governi del centro destra è stata improntata all’incentivazione dei consumi, sperando che questo potesse far bilanciare i conti. Così non è stato. Ma vediamo il perché. Che Berlusconi non riscuotesse simpatia in Europa era un dato di fatto. Che da più parti si volesse causare la sua caduta è un dato di fatto. Un altro dato di fatto, messo in luce dall’ex-ministro Brunetta e da altri economisti indipendenti, è che nel 2011 la Banca Centrale Tedesca aveva in mano una quantità considerevole di titoli italiani. Proprio così: la Germania investiva nel debito pubblico italiano. Lo spread era ai minimi. Ad un certo punto questo equilibrio è saltato. “Qualcuno”, e precisamente a giugno dello scorso anno, nella stanza dei bottoni del massimo istituto tedesco ha deciso di vendere una quantità iperbolica di titoli italiani ( si parla di otto miliardi di euro) intossicando il mercato, svalutando i titoli italiani e… spedendo Berlusconi a casa con un pesante “foglio di via”. Arriva Monti, il quale – prima di accettare ogni incarico di governo – pensa di “blindarsi” e viene nominato dal Presidente Napolitano “senatore a vita” due giorni prima di assumere l’incarico di Presidente del Consiglio. Monti non ha fatto alcuna politica economica o di sviluppo. Il suo obiettivo, l’unico, era quello di recuperare i rapporti con l’estero e con la Germania in particolare, evitando che i titoli italiani diventassero “spazzatura”. In altri termini, far vedere che l’Italia era “coperta ed allineata” ai diktat finanziari europei e della Germania.Per fare questo Monti ha dovuto e voluto porre in essere l’unica cosa possibile: rastrellare quanto più contante possibile, spremendo gli italiani e facendo leva sulla paura dei partiti politici e del popolo di finire come in Grecia o in Spagna. Di fatto, l’inasprimento della politica fiscale ha tolto energie vitali al Paese e fiaccato ogni aspirazione di sviluppo economico.E’ stato un bene tutto ciò? NO.Perché da un estremo si è passati ad un altro: è calata la fiducia dei consumatori, il fabbisogno pubblico ed il debito pubblico è aumentato, la produttività e gli investimenti sono crollati, la disoccupazione è schizzata a livelli record.Monti nel suo rastrellamento si è comportato come un bravo segugio. Ha riportato l’Italia in condizioni di poter dialogare finanziariamente con gli altri Stati Europei, ha pagato e sovvenzionato gli aiuti agli Stati deboli, ha messo il sistema bancario italiano in condizioni di poter contare sul tesoretto e sugli interessi del debito pubblico italiano. Oggi l’Italia ha una finanza pubblica forte, in grado di rastrellare fino all’ultimo centesimo nelle tasche degli italiani, ma ha un sistema economico assai debole e deficitario. E tutti lo sanno che senza ripresa dei consumi e investimenti l’economia italiana è destinata a morire.Monti ha fatto bene il suo ruolo e speso bene i soldi degli italiani, ma si è guardato bene dal realizzare anche una sola riforma seria: non ha toccato i privilegi della casta politica, non ha fatto nulla contro i grandi poteri industriali e bancari, si è sempre supinamente chinato ai poteri forti arrivando persino ad approvare per l’ILVA una norma che contrasta con il diritto alla salute dei cittadini di Taranto. Monti, di fatto, ha commissariato l’Italia per conto dell’Europa, anzi per conto dei poteri finanziari dell’Europa che con la faccenda dello spread hanno guadagnato qualche miliardo di euro alla faccia del popolo italiano. Ora basta. Se alle prossime elezioni non ci sarà una classe politica “mezza seria” che si occuperà di svoltare pagina, di ridare fiducia alle famiglie ed alle imprese, di spazzare via la paura del terrorismo fiscale e della sudditanza ai poteri finanziari europei, occulti o meno che siano, l’Italia vivrà il prossimo quinquennio in modo estremamente oscuro e misero, in cui l’economia reale subirà ulteriormente una regressione fatale. Potremo dimenticarci di essere una potenza industriale e l’Europa, anziché un terreno fertile di scambi economici diventerà per gli italiani un giogo difficilmente sopportabile. Per questo va scongiurato ogni possibile tentativo di un “Monti bis” che perpetuerebbe il “rastrellamento fiscale”, acuendo la crisi economica. Né bisogna farsi illudere dalle belle parole di Monti e dalle lacrime di coccodrillo della Fornero. L’economia reale ha subito un tragico tracollo da quando Monti è al governo.La classe politica dovrebbe avere l’orgoglio di riscattarsi dalla “tecnocrazia” apparente. I nostri politici dovrebbero riappropriarsi del loro ruolo e dare una svolta al Paese con una politica di incentivazione della domanda e dei consumi e fare ricrescere, così - piano piano - gli investimenti. Monti non ne è stato capace, né è detto che lo voglia fare.Ci vogliono idee e uomini nuovi. Ci vogliono parlamentari e governanti che, pensino, una volta tanto, seriamente a governare il Paese guardando al futuro dell’Italia. Ma, soprattutto, degli italiani. By M.
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