Rilancio del nostro aeroporto.

Creato il 24 agosto 2014 da Mir Gorizia @Ettore_Ribaudo

Ma cosa serve per il rilancio del nostro aeroporto

Oggi ho avuto modo di leggere gli ennesimi dati fallimentari del nostro aeroporto FVG ed ancora devo dire che non si è trovato il bandolo della matassa; già nei mesi e negli anni scorsi avevo detto che per il rilancio del nostro territorio era ed è obbligatorio rivedere completamente la strategia ma sono rimasto inascoltato, come lo sono rimasto quando due mesi fa avevo previsto che l’aeroporto di Gorizia era in odore di chiusura; ma questa è un’altra storia.
Confindustria è solita supportare la propria azione di rappresentanza con studi e ricerche affidati a esperti, che forniscono elementi di conoscenza oggettiva, consentono di mettere a fuoco con esattezza i problemi e aiutano ad indirizzare verso le decisioni più opportune ed efficaci.
Si tratta di un metodo normalmente usato nelle imprese quando si devono valutare, numeri alla mano, i pro e i contro delle strategie di sviluppo.
È un metodo che dovrebbe entrare a far parte dell’attività di governo del territorio. Non per una concezione “aziendalistica” della cosa pubblica. È vero, infatti, che la capacità competitiva delle imprese dipende molto dai fattori di sistema, da come sono organizzati e da come funzionano il sistema Paese e i sistemi locali. Ma è altrettanto vero che, per dare più efficacia all’agire politico, occorre una maggiore cultura d’impresa, che è poi la chiarezza negli obiettivi e la responsabilità nei risultati.
Per fare questo vi è la necessità di fornire un corredo di analisi oggettive e di numeri che consentano al dibattito sullo scalo regionale del FVG il necessario salto di qualità. Quel salto di qualità che dovrebbe finalmente portare alle decisioni; l’aeroporto del Friuli Venezia Giulia è da troppo tempo una questione aperta, sospesa fra un potenziale futuro di sviluppo e un presente di paradossale galleggiamento.
Possedere un’adeguata accessibilità aerea significa soddisfare la forte e articolata domanda di mobilità dell’intera Regione senza dipendere dallo scalo vicino di Venezia, favorire l’internazionalizzazione delle imprese e l’attrattività del territorio per nuove iniziative imprenditoriali.
L’aeroporto è vitale non solo per Trieste o Gorizia, ma perché rappresenta un elemento di formidabile competitività per la piattaforma industriale dell’intera regione. Nell’area produttiva dove si genera gran parte del Pil regionale non può mancare un aeroporto che raggiunga i principali hub europei e asiatici. È una questione di demografia imprenditoriale, perché fra Trieste, Pordenone, Udine e Gorizia sono concentrate la maggior parte delle aziende multinazionali e delle imprese esportatrici del Fvg.
E c’è anche la nuova industria, quella hi-tech, quella culturale, quella turistico- congressuale che ha bisogno di “porte internazionali”. Non si dimentichi che la maggioranza dei passeggeri vola da Ronchi dei Legionari per affari; e che a questi utenti interessano efficienza e rapidità nei collegamenti, non che pochi nodi di vento dirottino partenze e atterraggi oppure che scelte scellerate del management regionale castrino le reali opportunità.
Ma accanto all’economia c’è la geografia: le grandi direttrici europee vedono il Friuli Venezia Giulia all’incrocio dell’asse viario nord-nord Europa e est europeo.
Allora è il momento di dire basta: gli industriali pongono la questione dell’aeroporto come essenziale, ma anche ultimativa per un territorio che voglia interfacciare il valore prodotto dalle aziende.
Non è la piccola e provinciale pretesa di avere un aeroporto internazionale sotto casa; né c’è lo stupido dualismo fra Venezia e Ronchi dei Legionari. C’è piuttosto un mix fattori che incrocia l’economia, con la geografia e la strategia di rilancio del territorio; quell’attenzione allo sviluppo che vogliamo leggere sia nell’impegno diretto dell’Ente che lo gestisce, sia nelle pretese intenzioni del Presidente della Regione che latita su questo progetto.
La grave crisi che viviamo costringe a rimuovere tutti gli ostacoli che possono compromettere la ripresa. E la posta in gioco è talmente elevata da farci sperare che vengano spazzati via dalle prospettive che la crescita dell’aeroporto aprirebbe per la competitività, l’attrazione di investimenti e lo sviluppo di attività indotte: l’aeroporto, infatti, è un magnete formidabile di attività economiche e di posti di lavoro.
L’aeroporto deve restare al centro della nostra strategia per il rilancio economico e turistico della nostra Regione ed è importante che vi sia un costante monitoraggio su ciò che accade intorno allo scalo. In primo luogo è necessario restare tra gli scali d’interesse individuati dal Ministero dello Sviluppo Economico, sui quali vengono anche concentrati gli sforzi economici dello Stato.
Un hub del turismo e dell’impreditorialità che, da Ronchi dei Legionari, si dirami verso tutti i principali centri di interesse europei ed italiani deve essere alla base dello sviluppo. Questa, tra le altre proposte, per fare dell’aeroporto del Friuli Venezia Giulia un cuore pulsante del turismo.  Parcheggi, spazi pubblicitari e negozi, oltre all’incremento dei voli verso il nord Europa devono essere al centro del business plan della società.

Per il rilancio del nostro aeroporto l’approccio che proponiamo è di ragionare finalmente sui dati, i numeri e le questioni, ‘sine ira et studiò e senza strumentalizzazioni o rendite di posizione. “Conoscere per decidere”, come diceva Luigi Einaudi. Per decidere.., appunto!

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