Mi siedo comunque: all'istante newton di tensione cominciano a sgorgare da qualche punto posto al centro del mio corpo, emergendo in superficie, scorrendo lungo la pelle dei miei arti, la linea della spina dorsale, per raggiungere la plastica di sedia e tavolo, scendere verso l'asfalto e scomparire all'interno delle fogne cittadine. Qualche sostanza tossica sublima inoltre dalla mia testa, come se avessi appena camminato sotto la pioggia tropicale e una volta raggiunto il riparo colonnine di vapore si sollevassero con lentezza dal mio cuoio capelluto.
All'improvviso sono rilassato, lo sento specialmente nella mia schiena che mi ringrazia con un dolce formicolio. E non sapevo nemmeno di non esserlo.
Non è soltanto per la varietà del cibo o la birra a buon mercato, è anche per godermi questa reazione del mio corpo che vengo così spesso in questo ristorante a Jalan Alor.