Rilettura mon amour!

Creato il 19 febbraio 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Redazione
4° Il diritto di rileggere: Rileggere quel che una prima volta ci aveva respinti, rileggere senza saltare nessun passaggio, rileggere da un'altra angolazione, rileggere per verificare, sì...ci accordiamo tutti questi diritti. Ma rileggiamo soprattutto in modo gratuito, per il piacere della ripetizione, la gioia di un nuovo incontro, la messa alla prova dell'intimità. "Ancora, ancora", diceva il bambino che eravamo un tempo. Le nostre riletture di adulti nascono dallo stesso desiderio: incantarci di una permanenza e trovarla ogni volta così ricca di nuovi incanti. Come un romanzo, Daniel Pennac

Cari lettori, eccoci pronti per un nuovo pazzo post dedicato questa volta alle riletture, ci siamo chiesti, questa volta, perché adoriamo rileggere libri e quali libri, o tipo di libri, rileggete più spesso e più volentieri. Nessun vincolo di sorta, solo il desiderio di condividere questa comunque passione con voi e scoprire anche che re-lettori siete. Spazio quindi ai nostri e vostri commenti! Buon divertimento! GABRIELLA Non sopporto quelli che dicono che rileggere un libro è una perdita di tempo. Forse lo è per loro: dipende dal genere di libri che leggono! Sicuramente io non potrei fare a meno di rileggere Orgoglio e Pregiudizio almeno una volta all'anno (proprio in questi giorni ho finito l'ennesima rilettura). Rileggo periodicamente un po' tutti i romanzi di Jane Austen - anche gli incompiuti e le opere giovanili - ma sono riuscita a leggere Mansfield Park solo tre volte... però l'anno prossimo lo dovrò fare volente o nolente, perché festeggeremo il suo Bicentenario. Jane Austen è speciale: ogni volta dalla sua rilettura si scopre qualcosa di nuovo: una battuta ironica che ci era sfuggita, un piccolo particolare che rivela meglio il carattere dei personaggi e che ci fa comprendere ancora meglio come l'architettura dei suoi romanzi sia costruita perfettamente fin dalle prime pagine.


Altri romanzi che rileggo sempre volentieri sono quelli di Marion Zimmer Bradley, sia la sua serie di Avalon, che quella di Darkover. In particolare in questi ultimi rimango ogni volta affascinata da come la Bradley riesca a trasportare argomenti prettamente 'terrestri' su un pianeta alieno e ad affrontarli seguendo un'etica diversa, ma affine alla nostra. Forse dovremmo imparare dai darkovani... Più di una volta ho letto (e rileggerei ancora) Nord e Sud di Elizabeth Gaskell, Frankenstein di Mary Shelley, Un giorno di David Nicholls e La casa degli Spiriti di Isabel Allende. In questi giorni mi sto accingendo alla rilettura della Saga Arturiana di Mary Stewart (La grotta di cristallo, La grotta nelle montagne, L'ultimo incantesimo e Il giorno fatale), che ho letto tantissimo tempo fa e ricordo piena di atmosfere magiche. Non vedo l'ora!


ANTONELLA Non ho riletto molti libri in vita mia. Il Signore degli anelli di J.R.R. Tolkien, sì, proprio sì. Poi ho riletto Il piccolo principe di Antoine De Saint Exupery - un incanto che si ripete - e Miguel Manara di Milosz, un testo che ha costruito la persona che sono ora. Ho riletto anche, ora che ci penso, Il maestro e Margherita di M. Bulgakov, ma - posso dire la verità? - non me lo ricordo anche ora. Sia chiaro, mi è piaciuto moltissimo, ma forse proprio per questo è un libro sempre ammantato di nebbia misteriosa nella mia mente. 

Le lettere di Berlicche di C.S. Lewis rileggerei volentieri: un libro rivelatore, dopo il quale mi viene sempre di guardarmi alle spalle per sorprendere qualcuno che mi stia scrutando e controllando: inquietante. Ma, posso dirlo? Non c'è "il libro". Non c'è ancora. Quale sarà quella storia che mi possa stregare? [suggerisco: capace di stregarmi e che possa] dire ancora qualcosa a questo mio cuore, nonostante le apparenze, un po' scettico? Sto aspettando.


ELENA B. Le mie riletture non sono mai legate ad una scelta razionale ma sempre emotivo-compulsiva. Se camminando per strada, mentre lavo i piatti, parlo con una persona o vedo un film scatta il ricordo di una sensazione, un personaggio o una situazione letta su un libro allora scatta la rilettura. Questo mi spinge quindi a leggere i libri più disparati, dal romance da edicola alla fiaba dei Fratelli Grimm passando per le poesie di Herman Hesse o un classico della letteratura. Ogni volta l'esperienza è diversa, a volte nella ri-lettura cerco l'evasione pura che mi coccola, altre la ricerca di nuovi stimoli e riflessioni, altre ancora pura emozione. È capitato spesso che terminato un libro lo rileggessi da capo il momento stesso in cui avevo chiuso l' ultima pagina; incapace di abbandonare il mondo creato dallo scrittore sentivo la necessità di immergermi nuovamente in quei luoghi e atmosfere. Se dovessi fare una statistica direi che per ogni due libri letti c'è sempre un terzo che è una rilettura.

FRANCESCA

Rileggere i libri è una di quelle cose che hanno segnato il mio ingresso nel mondo degli adulti. Certo da bambina avevo le mie storie preferite che pretendevo mi venissero lette quasi a circuito chiuso, ma in quel caso era il desiderio di riascoltare la voce di chi mi stava leggendo o raccontando la storia, di rivivere e condividere quel momento, quelle emozioni; non avevo un interesse specifico per la storia in sé e se si trattava di letture fatte autonomamente, una volta terminate, raramente vi ritornavo. È stato solo con l'università che ho appreso il gusto di rileggere. Oggi con alcuni libri la rilettura ha quasi una scadenza programmata, come un controllo medico, tanto sono diventate importanti per me! Altre volte invece rileggere è uno strumento di verifica, per rendermi conto se davvero quel libro mi si addice. In questi casi la prima volta lo leggo a velocità supersonica e poi lo lascio lì "a sedimentare" nella testa. Se nel mio cuore scatta la molla della nostalgia è fatta: è amore e ogni rilettura conserverà sempre la freschezza della scoperta perché ogni volta sarà diverso! Se al contrario il libro non mi “chiama” significa che le nostre strade per ora non sono fatte per procedere in parallelo: chissà magari fra un po' potremo rincontrarci! ELENA M. In realtà non rileggo mai un libro per intero... Mi capita di aver voglia di rileggere un capitolo in particolare, oppure poche pagine. Dipende da cosa guardo per strada. Basta un piccolo dettaglio ed ecco lì che mi viene il desiderio di riaprire un romanzo... Non importa quanto tempo sia passato da quando l'ho letto. Sia che si tratti di anni, mesi o giorni, rileggo quel passo e mi lascio emozionare di nuovo!

VALENTINA B. In realtà non mi capita spesso di rileggere un libro, anche se spesso mi riprometto di farlo: va sempre a finire che mi dedico ad un nuovo titolo e non tengo fede al mio proposito. Ci sono state ben poche eccezioni, che posso contare sulle dita di una mano: Il signore degli anelli, per cui durante l'adolescenza avevo sviluppato una vera e propria dipendenza, arrivando a rileggerlo con cadenza bimestrale, It di Stephen King, che rimane in assoluto uno dei miei libri preferiti e che amo sempre più ad ogni rilettura, e le opere di Wilde, a cui durante l'anno trovo sempre modo di dedicare un po' di tempo. Il bello è che, con il passare degli anni, lo stesso libro sa donarci sempre qualcosa di nuovo che prima ci era sfuggito, quindi anche la rilettura diventa fonte di nuove scoperte. Dovrei farlo più spesso... PETRA Rileggere un libro è un po’ come ritrovare una memoria scritta da altri e che abbiamo fatto nostra; come ripetere un viaggio che ci è piaciuto fare, rivivere una vita che abbiamo preso in prestito con tale gioia da sentirne la mancanza. Riprendere un libro dopo anni o dopo pochi mesi è come sancire l’importanza che esso ha avuto per noi… è una dichiarazione d’amore. I libri che riprendo assiduamente, anche solo per leggerne i passi preferiti, sono quelli di Jane Austen che – dopo mia madre – è mia insegnante di vita; ad oggi, non saprei quantificare le volte che ho scorso le pagine delle molte edizioni che colleziono dei suoi scritti.

Sullo “scaffale degli eletti”, però, ce ne sono molti altri di titoli. Rileggo spesso L’importanza di chiamarsi Ernest di Oscar Wilde, ironico, geniale ed eterno come il suo autore. Ho riletto più volte Ivanhoe di Walter Scott, il primo librone che lessi nell’estate fra la quarta e la quinta elementare e che aprì la mia mente alla scrittura. Chicca da conservare gelosamente – oltre al già citato Nord e Sud – è Cranford di Elizabeth Gaskell, poche dense pagine abitate da diversi profili femminili, una miniatura preziosa delle Letteratura Inglese Ottocentesca. Fra gli eletti Il Maestro e Margherita di Bulgakov, un romanzo che ad ogni rilettura rinnova la sua apparente assurdità e conseguente lucida logicità. Un libro che dovrebbe essere consigliato vivamente alle nuove generazioni è Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, seguito subito da 1984 di Orwell, il perché è presto detto: se per me, da ragazzina, furono romanzi di fantascienza, per i giovani d’oggi sono una pericolosa realtà in divenire, così il consiglio diviene avvertimento, meglio ancora, grido d’allarme.

Fra le mie riletture ci sono quasi sempre i Classici, ma un posto d’onore va all’incredibile Saga di Harry Potter, un capitolo del fantasy moderno meritevole di attenzione per le attrattive che contiene oltre la trama visibile. Nell’Olimpo dei non classici, molti romanzi di McEwan, fra cui il più noto Espiazione e il meno noto L’inventore di sogni. Una rilettura la val tutta anche Nessun Dove di Neil Gaiman, a metà tra la realtà e la fantasia, tra il sopra e il sotto, come in un compito d’algebra dove la soluzione è doppia, bellissimo. Ultimo, ma primo per numero di riletture, Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf, una riflessione lunga oltre duecento pagine che è un vero balsamo per l’anima e la mente.


SARA G Leggere l’opera omnia di Stephen King è già un’impresa titanica, cominciare a rileggerla dall’inizio in ordine cronologico forse è addirittura da neuro, lo so! Eppure c’è una motivazione valida: chi ha letto qualche romanzo del Re del Brivido sa che buona parte delle sue opere si svolgono a Castle Rock, città immaginaria del Maine, o nelle sue vicinanze, e che King ha l’abitudine di disseminare citazioni di suoi romanzi precedenti. Così può capitare che in 22/11/’63 il protagonista incontri due ragazzini di It, che la stessa eclissi venga descritta sia ne Il gioco di Gerald, che sia in Dolores Claiborne, e che ne La metà oscura venga svelato cosa succede in Cujo. Una volta capito il gioco di “rimandi”, a un’appassionata di King fin da ragazzina come me, la voglia di ricominciare da zero e ripartire da Carrie è sorta spontanea! Se ne devo scegliere solo uno, Shining è il romanzo che ho letto e riletto più volte. Imperdibile!
SARA B.

La rilettura è uno dei diritti fodamentali del lettore in mia opinione, è una cosa che va fatta (se, se ne sente la necessità) per capire meglio, approfondire la propria analisi personale o semplicemente per rivivere una sensazione o un sentimento particolare che il libro ci ha trasmesso. Personalmente ci sono pochi libri che mi piace rileggere, la maggior parte sono romanzi ma uno in particolare mi ispira la lettura periodica perchè per me è come un tornare a casa, un tornare alle origini, mettere un po' di ordine nella mente e motivarmi per nuovi cambiamenti. Questo libro è Orgoglio e Pregiudizio. E' anche vero che moltissimi libri non mi ispirano una rilettura vicina nel tempo (magari da riprendere in mano più avanti, quando sarò maturata) e altri libri non la ispirano affatto! Secondo me la rilettura è uno strumento molto importante per il lettore perchè può analizzare lo stesso libro da più angolazioni diverse, traendo riflessioni diverse ogni volta che lo apre anche in fasi differenti della sua vita.



ELISABETTA OSSIMORO Ho un passato da rilettrice estiva; quando ero bambina passavo tutti i mesi estivi tra eterni bagni in acqua di mare e riletture dei libri che mi erano piaciuti di più durante l'anno: i più riletti in assoluto sono stati Polissena del Porcello e Diana, Cupido e il Commendatore di Bianca Pitzorno, Smitty di Kristen Randle, La famiglia Cercaguai di Kristine Nostlinger, Olympos di Teresa Bongiorno e tutti gli Harry Potter.

Da giovane adulta oggi mi capita abbastanza di rado di rileggere integralmente libri già letti (alcuni passi sì, è ovvio, e lo faccio quasi quotidianamente): sarà che leggo di professione (e il mio comodino è stipato di roba ancora vergine che aspetta di essere letta), sarà che mi piace lanciarmi in nuove sfide, fatto sta che le mie riletture si sono diradate. Tuttavia, sempre d'estate, continuo ad avere dei must che riprendo in mano volentieri e confesso che perlopiù si tratta di narrativa d'evasione (anche se d'alta qualità): tra questi annovero (oltre ai già citati tuffi nel passato) tutti i libri della serie di Publio Aurelio della mitica Danila Comastri Montanari, che sono un vero antidoto contro lo stress. Poi ci sono tutti i libri di Culicchia, che, pur non essendo certo d'evasione, a me fanno ridere di quel riso amaro che mi rinfranca. E poi qualche occasionale classico.

Una cosa che mi capita di notare è che mi è successo molto raramente che un libro che avevo riposto nello scaffale annoiata adesso possa rientrare tra le mie letture (anche se lo avevo schifato 10 anni fa): ci ho provato, ma con scarsi risultati... Mi permetto di segnalare una non-rilettura: non ho mai riletto Il Signore degli anelli (letto per la prima e ultima volta a 13 anni) e per ora non intendo farlo.


ROBERTO Non tutti i libri possono essere letti più di una volta. Ma i più belli sì. Quelli che cambiano a seconda del tuo stato d'animo, della tua maturità. Perché inchiostro e carta non sono definitivi come può sembrare, e un vero lettore questo lo sa bene. E quindi io adoro Il giovane Holden, letto e riletto fino a consumarne pagine e copertina. E poi Sulla Strada, ovviamente. E Alice nel paese delle meraviglie. Oh sì, Carroll si merita almeno cinque letture. E infine l'Amleto. Avete mai notato quanto sia pulp l'Amleto? No? Allora è il caso che lo rileggiate. E magari lo rileggo anche io.

VALERIA

Anch’io mi schiero dalla parte di quelli che non rileggono. In generale ogni libro per me rappresenta una nuova avventura, un nuovo incontro o scontro con i personaggi, una nuova realtà. E per me – curiosa di natura e viaggiatrice di fatto – ogni volta è come andare alla scoperta di una nuova emozione. Però qualcosina ho voluto rileggere anch’io, giusto per vedere se la lettura fatta in passato potesse provocare le stesse sensazioni anche a distanza di tempo.

Ho riletto Il Piccolo Principe, La Peste di A. Camus e Uno, nessuno e centomila di Pirandello. Infine sono riuscita a concludere Il Signore degli Anelli, libro che avevo abbandonato a metà circa 20 anni fa. In assoluto, però, il libro che mi ha sempre accompagnato da quando avevo 17 anni è I Fiori del Male di C. Baudelaire: a volte aprire una pagina casualmente, leggere una poesia o solo qualche verso mi fa vivere il viaggio più bello, quello con me stessa.

STEFANIA 

Le riletture per me hanno un valore terapeutico. Mi aiutano a capire meglio me stessa e, in quell'occasione, riesco a comprendere alcune sfumature che il tempo, l'immaturità o anche il mutare degli eventi non mi avevano permesso di capire veramente. Penso a Jane Austen. Letta a vent’anni, ti esalta e ti fa innamorare. A trenta rimani stupita dalla bellezza e dall'icasticità dello stile. A (quasi) quaranta scopri il cinismo, la satira sociale, l'amarezza che è intessuta nella prosa austeniana, come una sorta di contro canto. Un altro libro (rectius: una saga) che merita una rilettura è Harry Potter. I romanzi della Rowling hanno per me un valore curativo. Sono un luogo del pensiero in cui potersi rifugiare quando qualcosa non va e c'è bisogno di un rifugio posto sicuro dove recuperare forze ed equilibrio, e le mie copie sono così usurate da avere le coste piegate in più punti. Così come è Il Signore degli Anelli. Ogni qual volta lo prendo in mano per rileggere alcune pagine, mi perdo nella sua magia e mi ritrovo immersa in un mondo in cui il dolore del singolo viene stemeperato nel crogiuolo delle difficoltà comuni. Altra rilettura consigliatissima, sia per lo stile che per la tematica è Bollettino di Guerra di Edlef Koppen. Un romanzo che è una cronaca spietata della Prima Guerra mondiale, vista con gli occhi di un militare tedesco. Ha un impatto che è assai superiore a Niente di nuovo sul fronte Occidentale ed mescola articoli di giornale, dispacci militari con brandelli di vita vissuta. Un capolavoro ingiustamente dimenticato, che dovrebbe esser letto nelle scuole. Altra rilettura. Sir Arthur Conan Doyle. Un autore da cui ogni scrittore dovrebbe imparare. E poi, uno dei miei grandi amori. Dracula di Bram Stoker. Non è un libro scorrevole, spesso è appesantito dal lessico vittoriano, ma è sempre fascinoso, avvincente, pieno di pathos.

Sono sempre pronta a rileggere un buon libro. Rileggere è come gustare un bicchiere di vino. Il sapore cambia con il passare degli anni, e via via che il nostro palato si affina, avvertiamo ben altri sapori nei bouquet delle bottiglie più amate.
E voi cari lettori, che tipo di ri-lettori siete? Quali sentimenti o necessità vi spingono a riprendere in mano un libro?

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