Fa sempre un certo effetto vedere degli uomini e delle donne di 65 anni piangere come bambini. Con i miei versi sono riuscito almeno a farli sorridere.
Quando toccherà a me, di ritirarmi dall’insegnamento, spero che la salute mi consenta di continuare a lavorare almeno come avvocato. Non chiedo molto: giusto quanto basta per ammortizzare quella caduta traumatica che è costituita indubbiamente dalla pensione.
Prima non capivo quelle lacrime, e anzi, non vedevo l’ora che arrivasse il mio turno. Ora le capisco e non ho più tanta fretta che arrivi il momento mio; anche se, come per tutte le fasi della vita, è giusto che arrivi anche il momento di appendere penna e registro a qualche chiodo.
La poesia l’ho intitolata “Rimba, rinco oppure sclero?”
Colleghi che agognate la pensione,
vengo a rivolgervi un pensiero,
una domanda, una riflessione:
ma chi vi spinge a ritirarvi?
Rimba, Rinco oppure Sclero?
Forse è l’invidia che mi fa parlare:
come farete senza più lezioni?
Senza colloqui, né interrogazioni?
Come farete senza lavorare?
Appendere registro e penna al chiodo???
Ma come e quando vi è saltato in mente?
Volete passar tempo a fare niente?
Eh già! Peccato che c’è modo e modo!!!
Va bene! Se la decisione è presa,
andate pure e non guardate indietro!
Noi non contiamo più: né noi, né Pietro!
Questa non è una tregua,
questa è una resa!
Cosa vi devo dire, scherzi a parte?
Grazie per il lavoro fatto a scuola!
Il vostro bel traguardo ci consola
Mentre restiamo qui sudando carte!
Godetevi il riposo meritato,
tornate a trovarci col pensiero,
se non riuscite a farlo per davvero!
E grazie ancora per l’aiuto dato!