Dal 12 luglio al 2 novembre 2014 è attesa al Castello del Buonconsiglio di Trento la mostra che avrà per titolo “Rinascimenti eccentrici”. Saranno presenti le opere di due importanti artisti ferraresi del Cinquecento, i fratelli Dosso e Battista Dossi, molto amati dai contemporanei, anche se non particolarmente conosciuti, soprattutto Battista che dei due è il meno noto.
Dosso Dossi, in particolare, ottenne gloria e fortuna ed ebbe commissioni dalle più importanti corti rinascimentali. La mostra, allestita in quelle stesse sale che, tra il 1531 ed il 1532, lo videro protagonista a Trento assieme al fratello Battista nella decorazione del Magno Palazzo del Castello del Buonconsiglio, racconterà lo straordinario percorso artistico di questo eccentrico pittore del Rinascimento italiano. Il suo stile originale ed elegante, denota influenze della pittura veneta, da Giorgione a Bellini, fino a Tiziano; ma anche aspetti che sono tipici dell’eredità di Michelangelo e Raffaello.
Dal 1514 divenne pittore di corte di Alfonso I, partecipando al sofisticato ambiente culturale ferrarese, frequentato anche da Ludovico Ariosto, e incline a sviluppare tematiche fantastiche, ricorrenti anche nei suoi dipinti. L’arrivo a Bologna nel 1515 della “Santa Cecilia” di Raffaello, gli permise di confrontarsi con il classicismo romano, conoscenza approfondita durante un viaggio a Roma nel 1520 che arricchì di monumentalità il suo linguaggio.
Grazie alle sue doti d’immaginazione Dosso Dossi divenne l’interprete di un originale filone fantastico, ben rappresentato anche iconograficamente da dipinti come la “Maga Circe” del 1523, e la “Stregoneria”. Il pittore eseguì anche, intorno al 1530, due importanti cicli di affreschi, nel castello del Buonconsiglio a Trento e nella villa imperiale di Pesaro.
Opera della maturità del pittore ferrarese, il dipinto è un omaggio alla pittura, rappresentata da Giove intento a dipingere sulla tela alcune farfalle mentre Mercurio si rivolge ad una figura femminile chiedendole di fare silenzio per non disturbare la divinità. Non mancherà poi il dipinto più noto di Dosso, la celebre “Maga Circe o Melissa” della Galleria Borghese di Roma, l’opera dove la componente fantastica ed esotica riporta allo spirito dell’Ariosto.
Anche i quattro capolavori dosseschi conservati agli Uffizi saranno presenti all’esposizione, dalla celebre “Fuga in Egitto” a “L’allegoria di Ercole” più nota come la “Bambocciata”, all’”Apparizione della Madonna con i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista” e un ritratto virile. Documenti inediti permetteranno di tracciare un nuovo ritratto di questo grande pittore, attivo soprattutto alla corte ferrarese degli Estensi, a Trento e Pesaro, in un confronto con il lavoro svolto assieme al fratello Battista e con quello dei grandi artisti del suo tempo.
Written by Cristina Biolcati