PC
TESTATO SU
PC
Genere: Azione, Gioco di Ruolo
Sviluppatore: Triple.B.Titles
Produttore: Triple.B.Titles
Distributore: Digital Delivery
Lingua: Inglese
Giocatori: 8
Data di uscita: 09/07/2013
Dogfight a gravità zero tra fasce di asteroidi e città alla deriva nello spazio, un sistema di customizzazione complesso e ricco di sfaccettature ed una storyline originale e articolata, votata alla comicità, Ring Runner: Flight Of The Sages è l’unione ideale tra Asteroid e Mechwarrior, con giusto una punta di Mass Effect, ricercato nelle meccaniche e ambizioso nelle premesse, mirando a soddisfare un’ampia fetta di pubblico con una campagna in single-player simil-GDR particolarmente longeva ed un’infrastruttura online che ospita svariate modalità per il multiplayer cooperativo e competitivo. Sviluppato da Triple-B-Titles e approdato l’estate scorsa su Steam, il titolo indie ha dato prova di ottime potenzialità durante questi giorni di prova. Com’è andata? Di seguito la nostra recensione.
YOU SHALL NOT P-ASTEROID!
L’approccio adottato da Ring Runner: Flight Of The Sages è alquanto singolare: nel corso dell’avventura, nei panni del nostro disorientato eroe (il classico protagonista privato dei suoi ricordi e ora in cerca di un luogo a cui appartenere), a quanto pare un Saggio – esseri superiori in possesso di poteri mistici derivanti da speciali impianti nella loro corteccia cerebrale, al tempo stesso causa della loro prossima estinzione per via dell’inestimabile valore – avremo modo di attraversare dozzine di galassie e ammassi stellari, entrare in contatto con numerose razze aliene, ognuna con una propria cultura, abitudini, indole, linguaggio (per comodità convertito in diverse varianti di slang inglese), e faremo la conoscenza di tanti personaggi, materiale sufficiente per imbastire un discreto substrato narrativo (prendendosela comoda non è difficile sforare le 20 ore di gioco); tuttavia non assisteremo ad alcuna cut-scene o schermata di intermezzo, tanto meno scenderemo mai dall’astronave, tutti gli scambi di battute hanno luogo in-game tramite una semplice finestra di testo. Non solo, l’intero cast è rappresentato da icone statiche, il ché porta a domandarsi se i nostri interlocutori abbiano effettivamente delle fattezze umane (e a giudicare da alcuni dialoghi spesso non sembra essere il caso), il resto spetta alla nostra immaginazione.
E’ un universo strano quello di Ring Runner, quasi un’allegoria decadente dell’attuale società, dove schieramenti, convenzioni e regole vengono meno qualora si presentasse l’opportunità di un profitto, una sorta di Fallout tra le stelle, ma così sopra le righe da rimandare più che altro a una parodia, impressione avvalorata dalla mole di easter egg e citazioni random che infarciscono gran parte delle missioni, alcune sottili, per la felicità dei pochi “colti” in grado di coglierle, altre più mainstream, esageratamente marcate e buttate a caso quando lo si aspetta, ottime per strappare un sorriso, eppure stranamente naturali nel contesto, sarà che lasciarsi avvolgere dall’atmosfera scanzonata del titolo Triple-B è questione di un attimo. Nonostante il giocatore sia infatti uno spettatore distante (letteralmente), è sufficiente porsi nella giusta ottica per apprezzare una storia piuttosto lineare ma estremamente piacevole, i diverbi tra il nostro alter ego e il suo HUB neurale Nero sono una costante molto divertente e anche le varie comparse denotano una buona caratterizzazione, che assieme al vasto assortimento di situazioni folli in cui ci troveremo invischiati, le soluzioni ignoranti da film action americano e l’apparente senso di libertà danno vita ad un’esperienza scorrevole e sempre fresca. Forse una narrazione più avvincente e seriosa avrebbe contribuito a calarsi maggiormente nella parte, ma quando si fa visita a dei pirati spaziali per vendergli delle tastiere o si impone la propria autorità sulla fila di un fast-food francamente non ne sentiamo il bisogno. E’ bello constatare che anche nello spazio siderale il senso dell’umorismo non è affatto andato perduto.
MAY THE PEANUT BUTTER BE WITH YOU
Sebbene Ring Runner: Flight Of The Sages abbia le carte in regola per distinguersi dal resto dei twin stick shooter, sarebbe errato considerarlo come tale (in toto almeno), in quanto il titolo indie ha molto da spartire con un GDR in salsa action. Il sistema di building messo a punto dagli sviluppatori è immenso e permette di assemblare pezzo dopo pezzo il mezzo che più si adatta al nostro stile di gioco, per migliaia di combinazioni disponibili. L’hangar ospita ben 65 modelli (Hull), ognuno dotato di peculiari slot per armi, motori, scudi, sistemi di guida ed altro ancora, ma sostanzialmente possiamo suddividerli in 5 classi, o archetipi: gli Arsenal sono delle fortezze mobili, che compensano una scarsa manovrabilità e una hitbox immensa con un’elevata potenza di fuoco e difese (quasi) impenetrabili, in più possono schierare torrette fisse e richiamare il supporto della contraerea, un must per gli assalti alle stazioni orbitali; i Fighter sono l’esatto opposto, fragili e agilissimi, impareggiabili nei duelli, in grado di muoversi ad alta velocità e ricorrere a perk che enfatizzano ulteriormente la già notevole potenza dei propulsori. Generano di contro parecchio calore, ma possono letteralmente spararlo fuori dallo scafo per danneggiare o meglio ancora surriscaldare i nemici nelle vicinanze; i Caster sono la classe più bilanciata, utilizzano una vasta gamma di attacchi energetici, che possono essere caricati per infliggere più danni o coprire un’area maggiore e sono in grado di manipolare lo spazio ed il tempo. Ai loro comandi il generatore sarà sottoposto ad un notevole stress, ma per eliminare in un colpo solo flotte di tutte le stazze non c’è scelta migliore; i Grappler sono i guerrieri della situazione, il loro arsenale è composto grossomodo da strumenti minerari convertiti al combattimento, innocui dalla distanza, ma insospettabilmente rapidi, possono attrarre, respingere e persino catturare navi e detriti, per poi scagliarli contro qualcosa o sfoderare all’occorrenza laser minerari, ganci, “boomerang” e flagelli improvvisati; i Rogue fanno invece al caso di chi ama giocare nelle retrovie, al riparo da occhi indiscreti. Il loro sistema di occultamento li oscura dai radar, mentre le esche virtuali distraggono l’ignara preda, lasciando al Rogue la possibilità di applicare i suoi radiofari Gemini, che verranno in seguito attivati per segnalare il bersaglio ai missili, sabotare il mezzo e altri scherzetti. Abbiamo quindi gli archetipi ibridi, riservati agli Hull più potenti, e i Duo, che permettono a due giocatori in locale di affrontare tutte le modalità in cooperativa, multigiocatore compreso. I componenti potranno essere acquistati nel laboratorio o ottenuti come ricompensa da alcune missioni, ed una volta terminato l’Hull potrà essere salvato e condiviso nel Workshop di Steam, un buon modo per confrontarsi con la community ed imparare qualche nuovo trucchetto.
Approntare la navicella però non è che la punta dell’iceberg, in quanto è necessaria una certa pratica per prendere confidenza con l’interfaccia e l’ambiente di gioco; funzionali invece i controlli, il supporto al pad è sempre ben accetto (vi consigliamo però quello nativo da tastiera) e la pratica si rivela intuitiva, inoltre sarà possibile configurare le key per un approccio più confortevole. La visuale è perennemente invasa da velivoli, raggi di luce, esplosioni ed asteroidi, ma il giocatore dovrà anche considerare l’inerzia, che influenza notevolmente la traiettoria di volo (non temete, il motore fisico convince, niente rimbalzi random o perdite di controllo improvvise), e tener d’occhio gli indicatori a schermo, quali l’energia residua, il calore accumulato, la resistenza degli scudi, l’integrità dello scafo e fino ad un massimo di 12 abilità attive per altrettanti pulsanti e relative munizioni, quasi ai livelli di un massivo, tanto che inizialmente si è alquanto disorientati dalla mole di informazioni. Fortunatamente per le prime 3-4 ore di gioco si viene presi per mano da un tutorial completo ed esaustivo, assimilando gradualmente pro e contro di ogni archetipo e le caratteristiche di ogni skill, comprese quelle da Saggio (introdotte da mini-giochi molto old-school sia nella presentazione che nelle meccaniche, nello psichedelico Subrostrum). Il tutto si traduce in un avvio di campagna abbastanza guidato, in cui verremo sbalzati da una parte all’altra dell’universo senza possibilità di appello, ma una volta superata questa fase preparatoria (non che annoieremo nel frattempo) i nostri orizzonti si amplieranno a dismisura, potendo accedere all’hangar ed alla modalità multigiocatore.
A tal proposito, la componente online è davvero ben strutturata: server dedicati, tempi di caricamento minimi, sistema di login diretto, senza tempi morti, nessuna dipendenza dalla connessione dell’host e naturalmente ben 6 modalità, dalla Space Defence League, in stile MOBA, ai più classici Deathmatch, sopravvivenza, difesa e attacco del quartier generale, zombie… Tutto perfetto, lo spessore, il bilanciamento e la frenesia del battle system potrebbero elevare Ring Runner al rango di killer application, peccato che non ci sia anima viva. Sul serio, in due settimane abbiamo provato a connetterci più volte in diverse momenti della giornata, sia in Europa che in America, ma niente, quelle 2-3 partite trovate avevano un solo giocatore, per il resto il vuoto assoluto. Chissà, forse futuri saldi garantiranno un maggiore afflusso di utenza (sebbene il costo attuale sia comunque modesto), il rilascio ancora incerto della versione 360 potrebbe stuzzicare i più, ma al momento non c’è verso di farsi una bella scazzottata online. A consolarci ci sono i 7 livelli di difficoltà dell’IA, un buon sostituto, senza dubbio, ma il confronto non regge.
ARE YOU NOT ENTERTAINED!?
Una presentazione semplice, modelli poligonali dalle dimensioni contenute e contorni degli elementi dello scenario evidenziati per evitare collisioni, un’interfaccia schematica e pulita, Ring Runner: Flight Of The Sages non mira certo a stupire graficamente, le risorse sono state investite in una resa della visuale quanto più chiara e leggibile in ogni circostanza, il ché fa onore ai designer, non a caso anche nelle risse più concitate non ci è mai capitato di perdere la bussola, tuttavia non pensate che tecnicamente la produzione Triple-B lasci a desiderare, anzi, gli effetti di luce e di distorsione sono una gioia per gli occhi, i fondali curati, il frame rate stabile sui 60 fotogrammi al secondo e in linea generale lo stile minimale contribuisce a creare la giusta atmosfera, adornata da un’ottima effettistica che fornisce il feedback ideale a booster, laser ed esplosioni, una piccola sinfonia accompagnata da brani techno non particolarmente memorabili ma funzionali al contesto. Niente doppiaggio, sostituito da beep e suoni “telematici” a intermittenza… A noi piace.
Ring Runner: Flight Of The Sages è semplicemente un titolo eccellente, che meriterebbe molte più attenzioni di quante è riuscito ad attirarne fino ad ora. Carisma, fantasia, quantità, qualità, il titolo Trible-B-TItles ha tutti i requisiti per splendere, forse non a tutto tondo, ma siamo convinti che qualunque videogiocatore possa trovarvi facilmente la sua nicchia. Annoiarsi non sembra un'opzione quando in un unico pacchetto abbiamo un battle system di prim'ordine, tecnico, velocissimo e rifinito in ogni dettaglio, una trama esilarante, sempre pronta a stupire alternando perle di saggezza a scemenze di proporzioni cosmiche, una formula di gioco appagante e ben congegnata, aperta sia ai novizi in cerca di svago che agli esperti del genere ansiosi di competere e passare ore a perfezionare la propria build, ragion per cui ci dispiace vedere i server annaspare più vuoti dello spazio profondo... Se amate lo sci-fi, la commedia e smanettare con i menu, Ring Runner: Flight Of The Sages è la scelta che fa per voi. Diamine, almeno avrò qualcuno con cui giocare! ZVOTO 8