Ringo boys

Creato il 23 novembre 2011 da Vivalafifa @WlaFifa

Un autogol tira l’altro. Dopo che Blatter, una settimana fa, ha vestito i panni del negazionista affermando che il razzismo nel calcio non esiste, ieri un nuovo caso. Ad Amsterdam si è riunito il board dell’Ajax, una delle squadre più affascinanti del pallone, diventata celebre grazie al ‘calcio totale’ olandese negli anni Settanta. Uno dei protagonisti di quel ciclo fu Johann Cruijff. Il mitico ex numero 14 dei ‘Lancieri’ era presente alla riunione che ha deciso la nomina di Louis Van Gaal, ex allenatore dell’Ajax, a Direttore Generale del club.

Johann Cruijff ai tempi dell'Ajax, con la sua inseparabile maglia numero 14

Una decisione che a Cruijff, nemico storico di Van Gaal, non è andata giù, causando tensione nelle successive febbrili riunioni del club per appianare le divergenze interne. Riunioni alle quali era presente anche un’altra gloria dell’Ajax come Edgar Davids. L’ex centrocampista, reo di aver votato a favore di Van Gaal, si è beccato l’insulto di Cruijff: «Devi sapere che sei qui (nella dirigenza, ndr) solo perché sei un nero». La frase incriminata è stata rivelata dallo stesso Davids al giornale olandese Nrc. davids non avrebbe però fatto il nome di Cruijff e in una intervista al quotidiano Telegraaf «Non ho mai detto che Cruijff è un razzista – ha ribadito al “Telegraaf” – e voglio rimarcare il mio rispetto nei suoi confronti». Il supervisore del comitato, Steven ten Have, ha confermato gli insulti razzisti e il trattamento riservato a Davids, senza però fare nomi e spiegando che «a volte all’interno del comitato di controllo la gente supera il limite».

Lo stesso Cruijff ha categoricamente smentito le accuse, sostenendo che il tutto sarebbe stato montato ad arte solo per screditarlo e portando a propria discolpa sia il lavoro che la sua fondazione fa «coi ragazzi disabili ed emarginati, molti dei quali sono immigrati» sia la storia dell’Ajax, «una società multiculturale, dove abbiamo trovato tantissimi talenti di ogni razza sin dalla pubertà». A dar retta però alla stampa olandese, oltre al presunto commento razzista ai danni di Davids Cruijff ne avrebbe fatto un altro sessista ai danni di Marjan Olfers, altra esponente del comitato, accusata di essere nel board «solo perché è una donna».

Edgar Davids con la maglia 'Oranje'

“Il ct Hiddink ha infilato la testa nel c… dei bianchi”. Questa non è di Cruijff. E’ di Davids. La pronunciò nel 1996, mentre con la nazionale olandese era impegnato negli Europei in Inghilterra. Davids non usò giri di parole per spiegare che in quella squadra comandavano i bianchi, cioè i ‘vecchi’ Danny Blind e i gemelli De Boer. Di quella storia Davids non parlò più: gli costò due anni di esilio, dal 14 giugno ’96 quando fu cacciato dal ritiro inglese al 27 maggio 1998, quando rimise piede in squadra per il Mondiale in Francia. A patto che appunto non aprisse più bocca. Fino a ieri, quando ha spifferato la storiaccia salvo poi ritrattare, quantomeno sul nome. Nel 1998, proprio a ridosso della Coupe du monde, Emilio Marrese commentava così su Repubblica: Il segreto di questa Olanda pare sia la ritrovata pace razziale, o meglio una tregua, al suo interno. Dopo molti anni di faide e clan, perché anche i mondiali del ’94 furono segnati dall’emarginazione e successiva rinuncia di Gullit, in rotta con la banda Ajax. La natura olandese è troppo dialettica per conciliarsi coi dogmi dittatoriali (alla Van Gaal) che il calcio esige. Se mettete due olandesi assieme – dice un loro proverbio – discutono, tre fanno una gran riunione e quattro un parlamento. E chissà che il ruolo da dirigente affidato a un dittatore come Van Gaal non contribuisca – o meglio, non arrivi a imporre – la nuova pax all’interno del multietnico clan olandese. Dentro e fuori dal campo.



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