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Ci arrivano le offerte a casa, su carta economica nella buca delle lettere, ci arrivano per telefono, si spiaccicano sullo schermo della televisione. Ci intasano le mail, si imprimono nelle labbra del collega, incrementano le notifiche degli sconosciuti su Facebook, schioccano nell´aria. Basta un caffè. Mandami una foto. Entra nel club. Vieni a casa mia. Ché oggi non si va più tanto per il sottile. Offerta speciale. Devi far parte di qualcosa o di qualcuno. Piaci a due amici di Maria, hai totalizzato un sacco di punti con i “mi piace” sulle foto che già hai perso il filo. Ti chiama il diavoletto per farti l´offerta incredibile in studio, tirano tutti il fiato, parte il conto alla rovescia, il pavimento sembra saperlo: uno strappo e prende a girare su se stesso. Sembra. Il tuo pacco, tutto quello che hai contro una giraffa, tutti i libri di Agatha Christie rigorosamente usati, una collezione di farfalle, duecentomila euro in fondotinta Chanel, una bugia spiegata, qualcuno che ti dorma accanto senza stropicciare le lenzuola. Adesso scegli.
Adesso scegli quello che vuoi essere o quello che vuoi far prevalere di ciò che sei. Le scelte sono la carta d´identità che ci guardano tutti, non lo sai?
Le offerte. Il tuo gioco dei pacchi. Non era quello che volevi? Fino che arrivi sul bordo. Stacchi il passo dalla terra, rischi qualcosa, rischi tutto, o restauri quello che hai. Perlomeno ci convivi, guardi il notaio e stringi lo sguardo come per dire “guardi io non me la sento”. Lui se lo appunta mentalmente. Quel che gli importa è solo venire bene. Ti guardano tutti felici, perché non é il loro turno. Ma che offerte sono? Questo mondo sembra davvero ridicolo. Cerchi, cerchi, in quello che sei, là fuori le telecamere e un´uscita di sicurezza. Devono aver fatto le maniglie antipanico apposta per te, pensi. Stavolta non basta uno sbattito di ciglia, quella da convincere sei tu. Potresti piangere, ma anche questo sarebbe ridicolo, rovinare un trucco perfetto per un maledetto gioco che più vero non c´è. Fioccano prime impressioni. Si sovrappongono. Scorrono diapositive, slide, schemini, riassunti, bugiardini, ricette, formule, pezzi di libri, cose che ti hanno detto da bambina. 250 grammi di cuore, e molto di più, che non si può pesare. Aiuterà.
Sentirsi persi, con le spalle al muro fa parte del gioco. É semplice, fa male da sempre, ed è sempre stato semplice. Stringi il pugno. Odi il pubblico, ti siedi meglio ma pensi a quando tornerai, ovunque sei stata prima di quelle mirabolanti offerte che sembrano artificiali. Non ci sono filosofie di vita da ripetere davanti allo specchio, né da accettare le cose come una raccomandata. É semplice, fa male da sempre, ed è sempre stato semplice. Ci guardi tutti con la coda dell´occhio del ciclone. É la vita. Si aggrappi chi può. Ringrazio e vado avanti, dici.