1971
Francia
Regia: Patrice Lecone
Scritto: Patrice Leconte
In un laboratorio, l'inserviente Antoine è perdutamente innamorato di Mademoiselle Clara, unica donna presente fra le fila di scienziati dalle barbe fluenti. La sua fissazione non ricambia, nonostante lui cerchi in tutti i modi di mettersi in evidenza, aiutando con fervore nelle mansioni lavorative. Non riesce neanche ad... incantarla, l'immagine di lei rimarrà chiusa in una dimensione esaltatrice. La cosa proseguirà in maniera ossessiva, e l'uomo, distratto dalla presenza, combinerà pasticci di ogni genere con gli strumenti del laboratorio, arrivando anche a farsi del male tramite contatto con le sostanze chimiche; il dolore non verrà avvertito, troppo forte è la passione. In conclusione, se lei non concederà la sua mano sarà lui a farlo...
Rappresentazione, più che dell'amore, dell'uomo sottomesso, piegato, senza dignità né orgoglio, che arriva ad annullare se stesso in nome di un interesse. L'oggetto donna svetta su altre necessità, è un trionfo di istinti primordiali. Non viene mostrato come agiscono gli altri colleghi, ma è pensabile anche una tipicissima situazione in cui la solitaria presenza muliebre è colmata di attenzioni interessate da parte di tutti, con tanto di tattiche falsità per arrivare allo scopo, spersonalizzazioni, che non fanno altro che ledere sul piano dell'uguaglianza. Oppure, si spera, gli altri soggetti vogliano un minimo di bene a loro stessi...
Se si arriva a distruggersi psicologicamente e fisicamente a cosa è utile un rapporto di coppia?
Seconda opera di Leconte, di quando ancora non aveva deciso di dedicarsi anche al ruolo di operatore di ripresa, per essere ancora più addentro.