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Le orchidee appartengono ad una famiglia di
piante monocotiledoni, che posseggono quindi una sola foglia embrionale nel seme. Sono piante erbacee perenni molto varie, alcuni esemplari sono in grado di assorbire l'acqua e le sostanze nutritive in essa contenute grazie alle radici aeree oppure possono assimilare le sostanze nutritive dagli organismi in decomposizione. La maggior parte degli esemplari è originaria delle zone tropicali dell'Asia, America centrale e America del Sud anche se alcune specie riescono a spingersi fino al circolo polare artico o alla Patagonia. Gli unici territori in cui non possono prosperare, per le loro caratteristiche, sono le zone desertiche e quelle coperte dai ghiacci. I luoghi adatti in natura per la crescita delle orchidee sono i tronchi d'albero o le rocce.
I fiori dell'orchidea hanno una tipica struttura alata con un petalo inferiore che si differenzia dagli altri in modo da attirare gli insetti impollinatori. Questo petalo, detto labello, varia per dimensione e forma a seconda delle diverse specie. Tutti gli organi maschili e femminili sono compresi in un unico fiore. Il polline grazie alla base gelatinosa si attacca alla testa degli insetti che in questo modo procedono con l'impollinazione dei fiori visitati. Le specie tropicali hanno radici aeree che assorbono l'umidità atmosferica, queste specie hanno subito adattamenti alla vita epifitica (piante che vivono su altre piante), o saprofitica (piante che si nutrono di materia organica in decomposizione). Le specie non tropicali sono terricole, quindi posseggono un apparato radicale sotterraneo, formato da bulbi.
Il rinvaso dell'orchidea dovrebbe essere fatto solo in alcuni casi molto particolari, evitando di farlo per motivi estetici o perché si pensa che il materiale contenuto nel vaso possa dare fastidio alla pianta, come per esempio pezzi di corteccia, che al contrario servono alla pianta per assimilare sostanze nutritive. Il rinvaso quindi viene effettuato in caso la pianta sia cresciuta troppo per il vaso che la contiene e quindi che le radici e il bulbo (se appartenenti a specie terricole) soffrano per la mancanza di spazio e di sostanze nutritive. Si deve procedere al rinvaso in caso il substrato stia marcendo o comunque risulti deteriorato e rimanga troppo umido facendo marcire la pianta. L'infestazione di muffe e parassiti, ovviamente, è un motivo per procedere al rinvaso della piantina.
Se il rinvaso venisse effettuato perché il vaso risulta troppo piccolo è opportuno compierlo dopo la fioritura, appena iniziano a spuntare le prime radici. Per procedere con il rinvaso si deve per prima cosa bagnare il terreno in modo che le radici siano più elastiche e che quindi staccandole dal substrato non subiscano rotture. Successivamente si devono pulire perfettamente le radici da tutto il materiale che vi fosse rimasto attaccato, eliminando le eventuali radici morte. Evitare di sforzare troppo le radici cercando di estrarle dal terreno, questo provocherebbe problemi alla pianta. Una volta che la pianta è stata estratta e le radici sono pulite è opportuno trattarle con una polvere fungicida. Il nuovo substrato deve avere un adeguato drenaggio per consentire all'acqua di non ristagnare.
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