La missione archeologica guidata da Claude Doumet Serhal ha rinvenuto l’antica statua di un sacerdote di età fenicia a Sidone, nel Sud del Libano.
La scultura di 115 cm, purtroppo priva della parte superiore, riproduce le fattezze di un uomo a torso nudo con indosso il tipico gonnellino di foggia egittizzante con lembo centrale (shendyt).
Il reperto, sebbene ad occhi inesperti possa sembrare poco notevole, soprattutto se confrontato con la statuaria colossale dei più importanti regni del Vicino Oriente antico, costituisce in realtà un pezzo piuttosto raro; come ha affermato la stessa Serhal, infatti, fino ad oggi, i siti libanesi hanno restituito solo tre sculture simili, attualmente conservate presso il Beirut National Museum.
Oltre alla statua del sacerdote, la missione ha rinvenuto diversi oggetti votivi, tra i quali si distingue un amuleto in bronzo della dea Tanit.
Sidone è una città del Libano situata sulla costa del Mar Mediterraneo, circa 40 km a Sud Ovest di Beirut. Ebbe alla fine del II millennio a.C. la supremazia sulle altre città della costa. Fiorente al tempo di Alessandro Magno, passò in seguito ai Tolomei e ai Seleucidi e, nel 64 a.C., ai Romani. Fiorì ancora in età imperiale e nella prima età cristiana, finché nel 501 un terremoto la distrusse quasi completamente. Fu uno dei porti militari di Damasco sotto i califfi omayyadi. Presa una prima volta dai crociati nel 1110, fu feudo del regno di Gerusalemme. Caduta in mano a Saladino nel 1187, fu ripresa dai crociati nel 1228 e nuovamente fortificata da Luigi IX re di Francia (1253). Distrutta dai Mongoli nel 1260, lo stesso anno passò ai Templari, finché nel 1291 ritornò definitivamente ai musulmani, che ne distrussero le fortificazioni. Nell’agosto 1920 fu staccata dalla Siria e annessa al Libano.
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