Purtroppo, però, se dovesse andare a finire male, sarebbe una perdita non indifferente. In una città come Roma in cui i locali per ascoltare musica dal vivo che non siano cover band di Ligabue muoiono come mosche (Air Terminal, Frontiera, Spazio Boario, Palladium, Horus…), il Circolo ha rappresentato per molto tempo l’unico elemento di vera continuità; in anni in cui la parola ‘locale’ evocava in maniera esclusiva pariolame vario, Stan Smith bianche e selezione all’ingresso, il Circolo è stato la quasi unica alternativa possibile per i non-decerebrati: dalle serate Parucca Night nella vecchia sede di Via Lamarmora fino alla oramai classica location di via Casilina, uno dei pochi posti in cui, se hai ospiti che vengono da fuori, non ti vergogni a portarceli. Dal punto di vista personale non può che dispiacermi, per un periodo ho abitato proprio lì dietro, avevo sempre gli accrediti e ci andavo almeno un paio di volte a settimana, anche da solo. Nel corso degli anni ci ho visto moltissima roba in una gamma che va dai Kyuss a Patrick Wolf, dai SunnO))) ai Kaiser Chiefs, dagli Sleep ai Twilight Singers (in quell’occasione presi a male parole una tizia dietro di me che non la smetteva di lamentarsi con le amiche che il ragazzo non l’avesse telefonata da quattro giorni – “perchè quando Greg Dulli canta tu devi stare zitta, perdio”).
Al di là di tutto, quello che mi stupisce di più sono le reazioni da ultras delle varie fazioni che si leggono online dall’altro pomeriggio: si va da quelli che per qualche motivo godono della situazione e augurano morte e fallimenti perché la programmazione non era di loro gradimento a quelli, immancabili, che se la prendono con la politica italiana rea di “uccidere la cultura, togliere lo spazio ai giovani” o altre menate del genere fino agli assoluzionisti a prescindere per i quali evidentemente il diritto al proprio drinkino nel giardinetto è maggiore di qualsiasi concetto di legalità e/o sicurezza. E per i quali quindi l’unica cosa sensata da fare è difendere a spada tratta chi glielo sta mettendo nel culo. Insomma, anche su una faccenda del genere si può accendere una rivalità da salotto di Bruno Vespa, una roba che fa veramente cadere le palle e che allora mi rende ben contento di non avere un’opinione definita in merito.
Che poi a me, più di ogni altra cosa, mancherà la barista fregna che stava al bancone esterno.
PS: al Circolo degli Artisti (vecchia sede) ha avuto luogo quello che forse è il concerto migliore a cui abbia mai assistito.
Motorpsycho 29 Maggio 1997, la setlist era questa:
Kill Some Day
Mad Sun
S.T.G.
Manmower
Starmelt/Lovelight
Swiss Cheese Mountain
Un Chien d’Espace
Into The Void
Vortex Surfer
Heartattack Mac
Greener
Walkin On The Water
Flick Of The Wrist
The Golden Core – Wonderfullissima