Ripartiamo dai bisogni emotivi dei giovani

Da Rossellagrenci
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Qualche tempo fa leggevo questo articolo di Galimberti e mi chiedevo quanto ci fosse di vero nell’affermazione che faceva: la nostra società non è in grado di fare figli perchè è ad alto tasso di psicopatia. Affermazioni forti che meriterebbero almeno un minimo di riflessione.

Come dice lui stesso nell’intervista a Wise Society:

La nostra (società) non è idonea perché i genitori, per sopravvivere, devono lavorare in due e quindi il tempo per la cura dei figli non c’è. I figli sono affidati a un esercito di baby sitter, o peggio alla baby sitter di tutte le baby sitter  che è la televisione. I genitori non hanno tempo di stare con i bambini e si difendono cercando di dare loro un tempo-”qualità”, ma i bambini hanno bisogno di tempo-quantità. Hanno bisogno di essere riconosciuti passo dopo passo, disegno dopo disegno, domanda dopo domanda. Non basta fare quattro week end giocosi per avere una relazione con i figli.  E se non si ha questo tempo, dobbiamo rassegnarci  ad avere dei figli  in cui  le mappe emotive e cognitive non si formano. Queste mappe però sono fondamentali perché diventano la modalità con cui si fa esperienza, se le mappe non sono formate questa esperienza avviene a caso e non viene mai del tutto elaborata…

 …Per quanto riguarda la scuola, bisognerebbe che i professori, oltre a sapere la loro materia, fossero anche in grado di comunicarla e di affascinare.  Perché l’apprendimento, lo dice Platone, avviene per via erotica. Noi stessi abbiamo studiato volentieri le materie dei professori di cui eravamo innamorati e abbiamo tralasciato quelli di cui non avevamo alcun interesse. A scuola è importante saper appassionare perché gli adolescenti vivono l’età per cui l’unica cosa che conta è l’amore,  e se gli adolescenti si occupano dell’amore bisogna andare là a cercarli. Attirarli a livello emotivo significa trovare la breccia per passare poi al livello intellettuale. Se invece si scarta la dimensione emotiva, sentimentale, affettiva allora non si arriva neppure alle loro teste.

Insomma, abbiamo di che riflettere, senza però abbatterci. Chissà che in momenti di crisi economica come questi ci sia la possibilità di ristabilire certe priorità, di fare di necessità virtù. E chissà che la scuola italiana, che i docenti, ristabiliscano le priorità emotive sopra ogni cosa, partendo dai loro bisogni per capire meglio quelli dei loro studenti.

Buon inizio di anno scolastico!

Libri di Galimberti consigliati: Il senso di fare scuola e L’ospite inquietante.

Vi consiglio anche di rileggere due vecchi articoli di Galimberti:

La scuola italiana non valorizza i talenti

Riflessione sui nostri figli
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