Ecco come apparirebbe la zona oggi denominata "archeologica" di Piazza Grandi qualora si decidesse di intervenire drasticamente sia per fermare l'attuale progressivo degrado dei manufatti storici sia per pulire l'area dalle costruzioni posticce aggiunte recentemente.
Come si vede la zona archeologica all'aperto viene riportata sotto terra dove è rimasta per secoli, molti secoli; è l'unico modo di mantenerla visto il rapido degrado di questi ultimi pochi anni. D'altra parte le rovine rivestono un impatto visivo modesto e quanto potevano svelarci l'abbiamo ottenuto. ricordiamo che altri piloni del ponte, scarsamente indagati, sono e restano sepolti in Largo Cremonini. Di modesto interesse visivo le fondamenta della antiporta che, eventualmente, potrebbero avere solo evidenza planimetrica. Ricoperta quest'area in luogo della passerella metallica possiamo pensare al naturale ripristino del vecchio tratto della via Emilia in una soluzione mista, verde, pedonale e ciclabile (vedi ad esempio immagine sotto). L'apertura in basso di casa Cremonini, da luce ad una ex-cantina, ora adibita a deposito di una tonnellata di dépliant, e potrebbe essere chiusa. Un inciso importante: da questa "cantina" una modifica interna potrebbe rendere visibile l'arcata del Ponte Romano che è il pezzo di valore di tutta l'area ed oggi come ieri nascosto.Il triangolo esterno verso il vescovado occupato da una fetta dell'ex-pozzone, da un selciato e da strutture posticce in cemento o sasso dovrebbe essere liberato da quest'ultime creando una più vasta zona verde.Non visibile nell'immagine la zona del gradoni di cemento dal lato di Via Romagnosi che costituiscono un pugmo nell'occhio dovrebbero essere eliminati col recupero a verde dell'intera zona riportata a livello stradale. Anche l'attuale piazzale verrebbe poi liberato dalla innaturale trincea che separa i due fazzoletti verdi oggi esistenti e largamente utilizzati da pigri cinofili.