Dopo mesi riscrivo.
È bello poterlo fare quando si vuole, senza quella inutile pressione che mi ero autarchicamente costruito, come si ci fosse chissà chi che dovesse leggermi.
Riscrivo perché l'altra sera, a una cena tete a tete con mio figlio, lui mi guarda e dal nulla mi dice:
- Certo che io a basket faccio veramente schifo!!".
Io stavo bevendo e a momenti ho un blocco respiratorio da un esplosivo matrimonio tra risate e convulsioni.
Fantastico, penso, come si fa a dieci anni e rotti ad avere un'autoironia di questo tipo?
Mica finita...
- E la mia squadra è una squadra che fa totalmente schifo, non vinciamo un partita una.
Andrea se ne va tutti i lunedì a un corso di basket, dalle 19,00 alle 20,00, direttamente nella palestra della scuola che frequenta.
Decisamente dovrebbe occuparsi d'altro, ma l'importante è che si diverta, che viva un'esperienza di gioco di squadra, con l'impegno delle partite nei weekend (dannazione...) e la 'vita di spogliatoio' con i suoi compagni.
Io ho cercato di edulcorare il messaggio, di alleggerire la sentenza, ma non ci è cascato, e ha ribadito che non fa per lui, che tutti sono imbranati e che 'non vinciamo una partita neanche morti'.
Bene, ho pensato e ho rilanciato.
- Quindi, la prossima partita (che è sabato, alle 9,00...) la saltiamo e ce ne andiamo via per il weekend oppure ce ne rimaniamo comodi al letto oppure discutiamo di filosofia politica senza alcuna scadenza che incombe, vero? ho chiesto con ansia, con la lingua a penzoloni come un cane davanti a una bistecca.
- Figurati, io ci voglio andare Papi.
Mio figlio è una forza della natura, è solido, tosto e risoluto.
E io mi appassiono, ogni giorno di più.