Grazie al blog Un'altra donna vi segnalo questa bella intervista all'autrice, di cui vi riporto le prime domande e che vi invito a leggere integralmente sul sito dove è stata pubblicata:
"Cos’è che fa “vecchia”?
Cercare di nasconderlo. Quando ero piccola “vecchia” non era ancora un insulto. Papà e mamma a 40 anni si facevano chiamare da noi “il vecchio” e “la vecchia”(che voleva dire i capitribù, quelli che stavano in prima linea) con una sfumatura giocosa che continuo a sentire in questa parola.
Se la plastica è il burqua delle donne, le rughe sono il loro specchio?
Sì ma a volte ingannevole, come tutti gli specchi. Le rughe possono disegnare un grugno sinistro a chi ha amato il mondo, e a un vecchio manigoldo una faccia da santo.Con me però la natura è stata onesta, mi riconosco. Nella mia faccia si vedono milioni di risate e milioni di pianti , il vizio del fumo (infinite rughe intorno alle labbra), l’aver preferito all’estetista altre perdizioni più emozionanti e si vede, perché sembro un dattero secco anche per le nuotate sterminate sotto il sole credendomi Robinson, l’imprudenza, l’ottusità di un ottimismo irresponsabile che mi abbandona solo quando scrivo, e perdo la mia identità ovvero sono meno stupida.E poi chi non ha ancora le rughe crede che si tratti di uno stato perenne, ma non è vero. Mica le hai tutto il giorno. Te ne ricordi d’un tratto se incontri uno specchio o uno sguardo malevolo, il resto è come nei sogni. Un turbine di incarnazioni, brutte, medie, belle."
Continua a leggere l'intervista a Barbara Alberti su www.paradisodegliorchi.com