Scrivo questo post per lo stimolo emotivo che mi ha fornito la lettura del post di Ako sul blog di Occhio Livorno, il cui titolo è: Speculazione e rovina sul quartiere La Venezia e perché mi stanno a cuore alcune parole in particolare: riqualificazione, restauro, manutenzione, prevenzione e soprattutto recupero di tutto ciò che è già costruito, inoltre la riorganizzazione degli spazi urbani, quali le piazze che sono invece e purtroppo abbandonate a se stesse. Per “riorganizzazione” delle piazze però non intendo certo il “riempimento” di queste con “palazzoni” come sta per succedere appunto nel quartiere La Venezia a Livorno e consentitemi un parallelismo: come già accadde in piazza Grande con appunto il Palazzo Grande, oggetto di due ben schierate opinioni. Per il quale oggi ne cantano le lodi alcuni suoi sostenitori architetti che ho anche conosciuto, i quali sono andata a sentire per la presentazione del loro libro, appunto perché mi dessero un motivo per credere che veramente fosse stato utile realizzare quell’edificio, oggi luogo abbastanza “angusto” che quando potrei passarvi in mezzo per far prima, lo evito comunque perché è buio, c’è cattivo odore, perché non sai chi ci trovi dentro e perché semplicemente neanche mi piace. Però c’è e almeno dovremmo considerare meglio le funzioni al suo interno e fare in modo che non risulti solo uno spazio per “sbandati di passaggio” o per ragazzini danzatori di strada, prendiamo questi elementi allora e portiamoli alla luce del giorno, magari in spazi e piazze rinverdite e riprogettate pensando ecosostenibile e pensando in modo più ampio che non sia solo una giostra o una pista del ghiaccio prese e messe lì, che oltretutto ha anche creato danni alla pavimentazione di Piazza della Repubblica (ma qui si apre un altro capitolo). Al corso di progettazione mi ricordo una battuta che spesso, per scherzo, ripeto quando qualcosa va storto in una soluzione architettonica: “ci può giusto andare a morire il gatto da quelle parti!” Avevo scritto un commento al post di AKO, ve lo ripropongo perché è quel tipo di commento scritto di getto che descrive quel che mi ha comunicato apprendere la notizia dal suo post:
Sembrano essere “incontinenti”, come vedono uno spazio aperto lo vogliono “riempire”, sentono proprio il “bisogno” di segnare il territorio senza chiedersi prima “cosa sto facendo? dove lo sto facendo? perchè lo sto facendo?” Invece di dire, voglio mettere mano al recupero, alla riqualificazione, voglio ridare senso alle strutture abbandonate: ex pirelli in viale Carducci, gli edifici dietro la Stazione, le terme del corallo, la ex baracchina dentro la rotonda (murata), la chiesa degli Olandesi…quanti edifici abbandonati in attesa della loro caduta, per poter un giorno ricostruirci sopra, magari un gran palazzone nuovo con quelle “torrette” che vanno tanto di moda. Pensiamo poi alle piazze e mi viene in mente piazza XX, piazza della Repubblica, piazza Grande…vorrei dire troppe cose, ma ora dico solo una parola “riqualifichiamo” …
A questo punto passo oltre e vorrei raccontarvi un’idea in alternativa ai “riempimenti” sconsiderati delle piazze, fatti in nome della speculazione. Stavo leggendo gli articoli della Lg 10 del 14 gennaio 2013 (firmata Monti, Napolitano, Clini) per la quale ho scritto due note in proposito ai “roof garden” e da lì ho avuto un pensiero. Il verde pubblico è un oggetto da non sottovalutare oggi giorno, c’è bisogno di ossigeno, c’è bisogno di un pensiero “green” costante e c’è bisogno anche di ridare vita ad alcune piazze della città altrimenti anonime. Faccio un esempio pratico: nel mese di Dicembre, partecipai con un amico a un concorso di idee indetto per la riqualificazione di Piazza del Popolo ad Alba Adriatica, questo è quello che definisco già una vittoria da parte della commissione comunale che ha pensato in questo senso e che ha pensato in termini di ambiente e di cultura. Infatti era specificatamente richiesto nel bando la soluzione di particolari accorgimenti per l’ecosostenibilità e ambienti ricreativi, attività di laboratorio ed esposizioni per gli studenti delle scuole vicine. Ecco che un concorso di architettura di idee sarebbe utile ai fini di una rivalsa di zone come per esempio Piazza XX Settembre. Ritengo giusta l’idea di spostamento del mercatino americano, perché per motivi anche igienici se ricordate non era l’ideale. Le baracchine troppo chiuse, troppo vicine, creavano un altro di quei luoghi “dove andava a morire il gatto!”, ma ora che è spoglia, vorrei incentivare l’elasticità mentale del comune per non piazzarvi solo una giostra, per sfruttare al meglio lo spazio anche in sinergia con le idee di spettacoli all’aperto come per l’occasione di Effetto Venezia. Penso sia bello riprogettare la piazza creando un disegno di giardini, giochi d’acqua, crearvi uno spazio per spettacoli o per un mercato dei fiori “mobile”, ma le cose da potervi fare sono tante. Propongo una serie di concorsi di idee per ridare vita agli spazi urbani e alle strutture in abbandono.
Giulia