In questo video ci sono delle cose incredibili.
Ci sono pochi giovani maschi di razza umana che urlano cose vecchie: istituire la propaganda gay a tutela dei minori vulnerabili, curare l’omosessualità, i gay sono malati e frasi fantastiche come “contro la sodomia, la gioventù si scaglia” che è una versione fascista da oscar di quello che resta degli anni settanta (a destra).
Ma la cosa più bella è la fisicità della scena, una piccola rappresentazione simbolica dell’umanità.
Loro: soli, maschi, sparuti, distanti l’uno dall’altro, praticamente in divisa , con in mano bandiere più grandi di loro che possano sostituire, con la loro immensità, un’idea, una casa di accoglienza per chi da solo con la propria intelligenza si sente troppo solo. Insomma sembrano l’uomo alle prese con un’ideologia, con parole vuote di cui nemmeno si conosce il senso.
Il resto del mondo: non si avvicina (e pure per certe frasi persino a me verrebbe da dargli una sfraccagnata di botte), sta tutto compatto, tutto vicino vicino. Sono tutti diversi, colorati. E due ragazze si baciano, di un bel bacio con la lingua.
E poi gridano la parola “omosessuale”, la sillabano, la scandiscono. Dicono quello che fa paura. E ridono tutti.
Insomma una scena in cui il discriminante a parole viene discriminato dalla reazione e dalla fisicità. Una scena che nemmeno un regista avrebbe potuto concepire così perfetta.
Come diceva quel comico? Una risata vi seppellirà.