Di fatto l’iperspecializzazione impedisce di vedere il globale (che frammenta in particelle) nonché l’essenziale (che dissolve). Essa impedisce anche di trattare correttamente i problemi particolari che possono essere posti e pensati solo nel loro contesto… Ora, i problemi essenziali non sono mai parcellari, e i problemi globali sono sempre più essenziali. Mentre la cultura generale sollecitava a contestualizzare ogni informazione e ogni idea, la cultura scientifica e tecnica disciplinare parcellizza, disgiunge e compartimenta i saperi, rendendo sempre più difficile la loro contestualizzazione. Nel contempo, il taglio delle discipline rende incapaci di percepire “ciò che è tessuto insieme”, ovvero, nel senso originale del termine, il complesso. La conoscenza specializzata è una forma particolare di astrazione. La specializzazione “as-trae”, ossia estrae un oggetto dal suo contesto e dal suo insieme, ne rifiuta i legami e le interconnessioni con l’ambiente, lo inserisce in un settore concettuale astratto che è quello della disciplina compartimentata, in cui le frontiere spezzano arbitrariamente la sistemicità (la relazione di una parte con il tutto) e la multidimensionalità dei fenomeni; conduce a un’astrazione matematica che opera con ciò stesso una scissione con il concreto, privilegiando tutto ciò che è calcolabile e formalizzabile. Così l’economia, per esempio, ossia la scienza sociale matematicamente più avanzata, è la scienza socialmente e umanamente più arretrata, poiché si è astratta dalle condizioni sociali, storiche, politiche, psicologiche, ecologiche inseparabili dalle attività economiche. Per questo motivo i suoi esperti sono sempre più incapaci di interpretare le cause e le conseguenze delle perturbazioni monetarie e di Borsa, di prevedere e di predire gli andamenti economici, anche a breve termine.