Sarà infatti importante attendere il dato del pil annualizzato per l’anno 2014 per capire se concretamente l’economia americana risulti così solida. In realtà infatti è probabile che anche la crescita americana dell’anno 2014 risulterà ben inferiore alle attese con una stima di crescita del 2,2 per cento rispetto ad una aspettativa iniziale del 3,5 per cento. Eppure a ben guardare le quotazioni di borsa,ancora sui massimi, nulla sembra far presagire al peggio, ma va precisato che da fonti molto attendibili di colleghi indipendenti americani, l’ultima correzione dei listini americani sia stata velocemente riassorbita su espressa volontà della Fed che avrebbe “obbligato” alcune case d’investimento “amiche” a comprare, pur di far chiudere l’anno in positivo. Pura follia finanziaria !. Guardando invece la situazione nel continente europeo, ormai si sta archiviando un altro anno di crescita molto bassa o addirittura negativa per ogni paese, fatta eccezione per la Germania che però dagli ultimi dati sui consumi interni sta vacillando anche lei.
E il nostro paese invece è ancora una volta alle prese con una depressione economica che, causa anche il forte debito pubblico, la costringe ad arrancare e tirare avanti ma senza una vera politica di rilancio. In effetti servirebbe un piano shock per impostare delle basi solide di ripresa dell’economia. Se diamo uno sguardo all’andamento dell’indice azionario, ftsemib40, notiamo che le quotazioni sono ancora inferiori del cinquantaseipercento dal top del 2007 (43.600 punti), e che dopo un riaccelerazione dai minimi del 2012 ha trovato una forte battuta d’arresto in area 22.500 punti. Il forte calo di ottobre ha dato per ora un brutto segnale tecnico che se non venisse riassorbito nei prossimi mesi, è probabile che l’indice azionario italiano possa ritestare il supporto a 17.500 punti, e che sotto tale livello si possa concretizzare definitivamente l’inversione tecnica dei prezzi. La prudenza è d’obbligo.