Circa 5.000 comuni vivono in zone ad alto rischio e di questi solo 55 hanno preso sul serio il rischio, cominciando a costruire in zone più sicure.
Circa due Comuni su tre, hanno nel proprio territorio abitazioni in aree di golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana. In un terzo dei casi si tratta addirittura di interi quartieri.
Le regioni dove questo pericolo è più alto sono la Toscana, la Calabria, l’Umbria, la Valle d’Aosta e le Marche.
Questo è ciò che emerge dal Dossier stilato da Legambiente:
-6.633 i Comuni in cui il rischio idrogeologico per la presenza di aree particolarmente esposte è davvero elevato;
-1.200 i Comuni con abitazioni realizzate in aree a rischio;
-779 i comuni in cui le attività industriali sono presenti in zone esposte a maggior pericolo;
-242 i Comuni che hanno realizzato strutture, quali scuole ed ospedali, in suddette aree a rischio;
-186 i Comuni che hanno costruito nuove strutture nelle aree a rischio
-27 i Comuni che hanno provveduto a delocalizzare insediamenti industriali sorti in aree a rischio.
Considerando le cifre fornite in merito da Legambiente, la situazione non sembra essere destinata a migliorare in tempi brevi.