Quest'ultima ricerca, pubblicata su Science, arriva dalla Johns Hopkins University di Baltimora e dalla Florida State Universiy:
lo studio si è avvalso di una sperimentazione in vitro dove cellule staminali neurali sono state esposte al virus zika: a tre giorni dalla esposizione l'85% delle cellule staminali neurali erano state infettate, l'infezione non ha ucciso immediatamente le cellule, ma ne ha rallentato la crescita e bloccato la replicazione cellulare, circostanza che potrebbe essere alla base della microcefalia.
Il virus predilige proprio le staminali neurali, infatti esposizioni all'infezione di staminali renali ed altre linee cellulari fetali, ha dimostrato l'infezione di solo il 10% di esse dopo 3 giorni dalla esposizione. L'infezione inoltre sembra più grave, quanto più la cellula nervosa è immatura: neuroni immaturi derivati dalle progenitrici neurali risultano meno sensibili con infezione del 20% delle cellule dopo 3 giorni dalla esposizione.
Ancora molto deve essere studiato, ma è certo che le evidenze della correlazione causale tra infezione da zika virus in gravidanza e microcefalia alla nascita, divengono sempre più numerose e convincenti.
L'Oms ha pubblicato il 2 marzo un manuale per la gestione della gravidanza in contesto di epidemia da zika virus, con l'obiettivo di delineare protocolli di prevenzione e trattamento condivisi.