Risciò sequestrati stamattina. E i pedalatori reagiscono mandandoci questo audiomessaggio di minacce

Creato il 26 novembre 2015 da Romafaschifo


Per carità, sarà stato un momento particolarmente concitato, di grande arrabbiatura, ma insomma che motivo c'era di aprire Facebook e di indirizzare una serie di insulti, a noi, alle nostre famiglie, ai nostri genitori. E di condirli anche di minacce? 
E invece i pedalatori di risciò non hanno trovato altro di meglio da fare, dopo i primi sequestri di stamattina, di farci capire di che pasta sono fatti: avanzi di galera. Non che gli avanzi di galera non possano lavorare, anzi devono. Non che non possano fare servizio per i turisti, per carità. Ma devono essere addestrati e selezionati per farlo. Devono essere all'altezza. Devono superare delle selezioni, devono sapere l'inglese, devono essere persone psicologicamente stabili, non aggressive, incapaci di ripetere ciò che hanno fatto in passato e che li ha portati in prigione. 
A Roma era così per i risciò? Semplicemente non lo sapevamo. Non lo sapevamo perché non c'era nessuna regolamentazione, nessun controllo, nessun filtro, nessuna selezione a monte. Tutto alla carlona. Tutto abusivo sotto ogni punto di vista. 

Bene le delibere di Tronca. Ma le ordinanze sono temporanee, non ce lo dimentichiamo. Le ordinanze scadono e non appena scadono tutto torna come prima. È successo mille volte. Non occorrono a questa città le ordinanze (in realtà occorrono eccome per tamponare situazioni fuori controllo come questa), occorrono piuttosto le riforme. I risciò ci possono anche stare, stanno in tutte le città del mondo. Ma vanno definiti i posteggi, vanno definite le tasse, va fatto un bando affinché passino le cooperative più in gamba, bisogna capire quanto del guadagno girano alla città, vanno definite le tariffe, vanno controllati i pedalatori, ci devono dire dove smaltiscono le batterie dei motori e milleduecento altre cose. Forse i minacciatori via Facebook in cuor loro lo sanno e si sono arrabbiati per questo: si sono resi conto in quale pozzanghera di illegalità operano a svantaggio, a dispetto e a detrimento di chi in questa città si ostina a comportarsi per bene. 

Francesco Chiappetta, il protagonista di questo elegante audiomessaggio, ad onor del vero ci ha poi riscritto spiegandoci che si era degenerato un po'. Va bene, lo perdoniamo (benché in bicicletta proprio lui, più di una volta, ci ha fatto pressoché rischiare la vita lungo i Fori). A patto che da domani si metta a trovarsi un lavoro onesto. Pare impossibile, non lo è affatto. 

Ma forse, vista anche la debolezza delle delibere, risulterà alla fine più conveniente, una volta fatta la legge, trovare l'inganno. Eh già perché le ordinanze sono atti amministrativi fragili per definizione. Innanzitutto sono temporanee (queste di Tronca dureranno fino al 30 giugno) e poi si promulgano non perché frutto di una visione di città, ma sull'onda dell'emergenza e della necessità. C'è il terrorismo? C'è il Giubileo? Facciamo un'ordinanza temporanea così poi, una volta tornata la tranquillità, le cose possono tornare come prima. Tra l'altro le due delibere (ecco la prima, ed ecco la seconda) definiscono una lista di strade e piazze ove non si può esercitare come centurioni o come guidatori di risciò, una lista piuttosto completa, ma aggirabile. Il rischio è insomma che i figuranti si spostino da Piazza di Spagna a Trinità de' Monti; che si spostino da Piazza del Colosseo a Gay Street; da Piazza della Rotonda a Via di Panico o da Piazza di Pietra banalmente facendo tre passi a Via dei Bergamaschi continuando ad operare.

Le ordinanze sono temporanee, le riforme sono stabili e durature. La riforma, in questo settore, si chiama Regolamento di Polizia Urbana. Ignazio Marino lo stava per promulgare visto che quello precedente risale agli anni Quaranta (!) e nessuno ha mai pensato di aggiornalo. Il motivo per cui Roma è l'unica città del mondo con i lavavetri ai semafori e i parcheggiatori abusivi di fronte agli ospedali (oltre che accattoni, riscioisti e centurioni) è anche quello. Ma queste ordinanze, seppur importanti, non intervengono in maniera strutturale sul problema, solo ci mettono una pezza per evitare che la Porta Santa si apra con uno sfondo di abusivismo.