Riscopriamo “Riccioli d’oro e i tre orsi” con Anna Laura Cantone

Da Iladev @IlariaDeVita

Se avete trent’anni o giù di lì e quindi avete vissuto da bambini i mitici anni ’80 probabilmente vi ricordate di quelle cassette (si quelle che i bambini di oggi non hanno la più pallida idea di cosa siano) di colore giallo che contenevano favole più o meno famose lette da attori più o meno famosi pure loro. Non mi ricordo il nome ma uscivano in edicola ogni tanto ed erano il mio passatempo preferito ogni volta che ero a casa con la febbre (tante ma tante durante l’inverno, viva la salute!).

Insomma una delle mie favole preferite che ascoltavo stesa a letto infagottata nelle coperte era “Riccioli d’oro e i 3 orsi”. Non è una fiaba dalle caratteristiche tradizionali e non ne ho mai colto il senso profondo (la ricerca dell’identità e del proprio posto del mondo, la rivalità fraterna, le difficoltà della preadolescenza ecc..) ma mi piaceva molto la storia nella sua semplicità e la ascoltavo a ripetizione. Mi lasciava anche un vago senso di inquietudine, di quella bella che affascina però.

Capirete quindi che quando in uno dei miei mille giri in libreria con annessa puntatina nel reparto infanzia ho visto l’albo illustrato da Anna Laura Cantone “Riccioli d’oro e i tre orsi” (edito da Emme edizioni) mi sono illuminata! Natale potrebbe essere un’ottima scusa per regalarlo a mia nipote o per comprarlo per me…non stiamo a pensare al fatto che avrei 30anni, piccolo particolare.

La storia è sempre quella, credo che la conosciate ma rinfreschiamoci la memoria. C’è una bambina ,di cui non sappiamo nulla tranne  il fatto che si chiama Riccioli d’oro, che un giorno durante una passeggiata nel bosco entra in una casa abitata da una famiglia di tre orsi: mamma papà e figlioletto (usciti anche loro a fare un giro in attesa che si raffreddi la zuppa nelle ciotole). La bambina trovando la porta aperta entra in casa e comincia ad esplorare… Leggete qui la fiaba completa per gustarvela in pieno.

La fiaba non contiene elementi magici, non ha il lieto fine tradizionale lasciando invece le porte aperte al dubbio, non ci sono forze soprannaturali che intervengono. Insomma è una favola atipica ma ricca di significati e molto affascinante. Da riscoprire anche grazie alle bellissime immagini dell’albo di Anna Laura Cantone e al racconto del grande Roberto Piumini. Consigliato dai 4 anni.


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