Riscoprire la Bellezza attraverso il nostro patrimonio artistico

Da Ilnazionale @ilNazionale

Fra i numerosi temi affrontati durante il Meeting, c’è posto anche e sopratutto, per una riflessione sulla cultura e più nello specifico sul patrimonio del Belpaese. Patrimonio che si identifica in quei beni che sono le fondamenta della nostra identità culturale e che per anni hanno  influenzato quello che noi siamo e che saremo. Perchè ciò che abbiamo ereditato, per usare le parole del Ministro per i Beni e le Attività culturali del governo Monti, Lorenzo Ornaghi “più o meno meritatamente”, costituisce una risorsa incredibile per le generazioni future.

L’importanza che l’arte ha nei confronti di tutti parte dall’idea di Bellezza, concetto molto caro ai ciellini per la visione estetica che Giussani aveva nei confronti della realtà. Per Bellezza si intende ciò che colpisce i nostri occhi e ci dà sensazioni positivamente tragiche, che “vanno sotto la prima superficie”, rendendo l’arte espressione del nostro desiderio di infinito.

Anche la Diretrice del Polo Museale Fiorentino, Acidini, vede la Bellezza come uno dei criteri a cui ci possiamo rivolgere. Tramite questa noi troviamo nei musei un luogo di condivisione, “di incontro e riconcigliazione”. Diventa il luogo di eccellenza di progetti condivisi, in cui sentiamo, a differenza di tempi addietro, che tutto ciò ci appartiene: “I beni culturali un tempo appartenevano sempre ad altri”, a principi, alla Santa Sede, e per questo veniamo a contatto tramite i musei “ delle grandi dinastie dei passati e dei grandi traumi di dominazioni che hanno avuto un grande influsso su di noi”.

E così  dato il difficile periodo che stiamo attraversando, non ci siamo trattenuti dal chiedere alla Direttrice Acidini, se, di fronte ad una crisi che debilita in primis la coscienza individuale, sia aumentato il desiderio della gente di riscoprire queste Bellezze immuni al passare del tempo.

Signora Direttrice, in un momento di crisi generale, in cui tutto sembra ruotare attorno all’economia, allo Spread, ai Bund, la gente ha sentito il bisogno di ricercare questa Bellezza. All’interno del Polo Museale ha assistito a un incremento dell’afflusso di visitatori interessati ai tesori del nostro Paese?

“Anche i momenti difficili che la nostra società attraversa stimola a ritornare alle cose che restano, che resistono nei secoli. Ai valori che non sono soggetti a trasformazioni se non quelli dell’apprezzamento, del gusto, ma che rimangono dei punti di riferimento per la società intera. E ormai ci troviamo in una società multietnica, internazionale, quindi credo che si vada incontro ad un’epoca che  come tutte peraltro le  situazioni di  crisi e di difficoltà fa apprezzare le eredità del nostro passato artistico.Certamente ci sono molti altri fattori da tenere in conto. Per esempio l’avvicinamento alle città d’arte che è uno dei modi in cui si esplica l’interesse è anche soggetto alle disponibilità economiche delle famiglie, degli individui, e forse può dare qualche segnale in positivo il fatto che c’è chi rinuncia a mete più esotiche e costose e comincia a vedere i tesori di casa sua. Ed è un percorso formativo che fa i cittadini partecipi di questa grande fortuna, di essere il Paese fra i più belli al mondo”.

D’altra parte Firenze come l’intera Regione Toscana ha la fama di essere dal punto di vista di tutela e gestione del patrimonio artistico e culturale una città e una regione virtuosa…

“Ci sono molti dati positivi, naturalmente si può sempre  fare di più. Anche perché la nostra sfida è di allargare il raggio degli interessi dei visitatori specialmente internazionali, i quali sono attratti da nomi celebri , come “Galleria degli Uffizi”, “Davide” del Michelangelo. Però meriterebbero di essere più consapevoli di quello che c’è tutto intorno: musei meno famosi, opere d’arte isolate in qualche contesto extra cittadino. Credo che il nostro lavoro sia di far conoscere il più possibile le infinite opportunità di avvicinamento del bene di tutti”.

Linda Tonarini


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