La ragazzina che ero la conosco, ovviamente.Ho qualche fotografiadella sua breve vita.Provo un´allegra pietàper un paio di poesiole.Ricordo alcuni fatti.
Ma, perché chi è qui con merida e mi abbraccirammento solo una storiella:l´amore infantiledi quella bruttina.
Raccontocom´era innamorata di uno studente,cioè volevache lui la guardasse.
Raccontocome gli corse incontrocon una benda sulla testa sanaperché almeno, ah, le chiedessecos´era successo.
Buffa piccina.Come poteva sapereche anche la disperazione dà beneficise si ha la fortunadi vivere più a lungo.
Le pagherei un dolcetto.Le pagherei il cinema.Vattene, non ho tempo.
Eppure vediche la luce è spenta.Certo capisciche la porta è chiusa.Non scuotere la maniglia -quello che ha riso,quello che mi ha abbracciato,non è il tuo studente.
Faresti meglio a tornareda dove sei venuta.Non ti devo nulla,donna qualunque,che sa soloquandotradire un segreto altrui.
Non guardarci cosìcon quei tuoi occhitroppo aperti,come gli occhi dei morti.
Wislawa Szymborska,1967
(Nella foto:La ragazzina che ero,1985)