Risotto libidine

Da Fausto Morabito @chezmoibyfausto
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Risotto libidine, il nome non è mio (e ci tengo a precisarlo perché non vorrei essere costretto a pagare i diritti d’autore a mia moglie) e si lega ad uno di quei giorni in cui “Avrei un leggero languorino ma non saprei che cosa” e, non essendo Ambrogio non propongo un Ferrero Rocher, anche perché non basterebbe a soddisfare quello che, più che un languorino, è voglia di mettere da parte ogni regola se non quella dei desideri.

Ecco che ne può venire fuori quello che mia moglie ha chiamato “risotto libidine“, nato dalla voglia di cucinare qualcosa mentre Anna è a fare la spesa vicino casa e so di avere venticinque minuti per farle trovare un pranzetto inaspettato, con alcuni ingredienti che sono in frigorifero.

Stamattina abbiamo mangiato qualche frittella (crema e ricotta), direttamente dalla pasticceria Veneto e la fame si è fatta sentire in tardo orario rispetto all’abituale tabella di marcia, per questo (ma anche perché era in programma la classica spesa del fine settimana) non ci siamo preoccupati di cosa avremmo mangiato  a pranzo, anche perché in frigorifero c’era un’ottima mozzarella di bufala, avanzata dalla cena di ieri.

Ci saremmo “accontentati” di mangiare del prosciutto crudo  (ne ho ancora un fondello di un bel pezzo regalatoci da cari amici), qualche fettina di “buccularu” (guanciale stagionato calabrese, anch’esso quasi finito) e qualche fetta di pane, se Anna non avesse deciso di uscire a fare una passeggiata e la spesa, sfruttando un bel sole che scalda la giornata e scioglie la neve delle scorse ore.

Gioco o desiderio di farle una sorpresa, ecco che parte il conto alla rovescia e la veloce ispezione in frigorifero e dispensa, per decidere velocemente in cosa cimentarsi….. risotto, ecco la decisione repentina ed un pezzo finale di zucca utilizzata ieri ed altri due ingredienti, oltre a quelli da destinare al pranzo, sono finiti sul piano di lavoro ed il risotto ha iniziato a delinearsi e prendere forma, con l’immancabile granella di pistacchi di Bronte.

Un piatto senza nome fino al rientro da casa di Anna che, entrando, ha esclamato:”Che profumino” e poi, assaggiandolo (ho appena fatto a tempo a scattare un paio di foto) ha sussurrato, con un sorriso stampato sul volto:”Risotto libidine!“.


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