Rispettare le lunghezze nei concorsi letterari
Creato il 14 novembre 2012 da Nicola Nicodemo
I concorsi letterari, per motivi logistici, impongono dei limiti di lunghezza alle opere partecipanti. E per ogni tipologia di testo letterario ci sono delle misure oltre le quali non bisogna eccedere, pena la squalifica dal concorso.
Impariamo - prima di tutto - a conoscere quali sono le unità di misura adottate nei bandi letterari, e che variano a seconda del genere.
Per quanto riguarda il racconto, l'unità di misura è in cartelle o battute. La scelta di adottare l'una o l'altra è indifferente. Fate bene attenzione, però, a cosa gli organizzatori intendono per cartella! La cartella editoriale è in genere composta da 1800/2000 caratteri. Ma su alcuni bandi viene specificata la dicitura "ogni cartella 1500 caratteri". Da tener presente è anche la dicitura spazi inclusi o spazi esclusi dal conteggio delle battute. In questo il contatore di Word torna molto utile.
La lunghezza del testo poetico è invece misurata in righe. Anche in questo caso il limite massimo è precisato. (Ex. max 36 righe ognuna)
Per il romanzo/saggio valgono le stesse unità di misura del racconto.
Per le sillogi poetiche o raccolte di racconti, il limite di lunghezza può essere specificato in numero di componimenti (i quali, a loro volta, potrebbero dover rispettare i limiti delle rispettive categorie).
Dopo essersi accertati dei limiti da rispettare, si comincia a scrivere il racconto con un'idea, più o meno vaga, di quanto la storia sarà lunga. Il più delle volte, però, non si riesce a rispettare la lunghezza nella prima stesura del componimento. Segue la necessità, quantomeno fastidiosa per uno scrittore, di revisionare e "sfoltire" il testo. Un attento lavoro di penna e forbice, con l'obiettivo di rientrare entro i limiti.
Tagliare il testo. Da dove cominciare?
Dal superfluo, no? Tutto ciò che è inutile non è essenziale al lettore. Di conseguenza, può essere tagliato. Magari alla prima lettura non saltano agli occhi le parti inutili. Ma già dopo un paio di revisioni, le frasi inutili saltano all'occhio. Zac! Avete accompagnato una parola con due o più aggettivi? Saranno quasi certamente inutili, potete cancellarne almeno uno (ma anche entrambi). Fate molta attenzione con gli aggettivi. Molto spesso non sono affatti necessari. Il contesto basterà a definire gli oggetti e i luoghi nella loro forma essenziale. Il resto, almeno in un racconto, non serve. Eliminate tutti gli avverbi che terminano con -mente. Se proprio non potete farne a meno, sostituiteli. Dosate bene anche le descrizioni e le digressioni.
I dialoghi? Vanno ridotti all'osso
Spesso ci si lascia prendere dalla foga, e si finisce per scrivere dialoghi lunghissimi, noiosissimi, del tutto inutili! Se credete di poter scrivere una discussione in un racconto breve, dovreste almeno saperli gestire. Dipende dalla sua importanza. Se il racconto si svolge a tavola, probabilmente l'azione consiste proprio nella discussione, e quindi i dialoghi sono necessari. Ma se la scena è più dinamica e i dialoghi servono solo a rallentarne il corso, allora è bene tagliarli. Riduceteli all'osso. Uno scambio di due battute tra due personaggi può essere più che sufficiente. Al bando convenevoli e commiati. I dialoghi devono essere funzionali alla storia!
E ora? Non so più cosa tagliare!
Quando vi sembra che non ci sia più niente da tagliare, state sicuri, c'è sempre qualcosa di superfluo nel vostro testo! Pensate alla poesia di Ungaretti, "Mattino". In due righe (M'illumino/d'immenso), il poeta, descrive quello che noi, a parole, descriveremmo in un pagine e pagine di racconto... Una scena di una bellezza impressionante, un'idea geniale, un pensiero che prende forma. Tutto in due righe. Ora rileggete una vostra descrizione e ditemi se ancora non c'è nulla da tagliare.
Se, proprio, continuare a tagliare compromette la corretta compresione del testo, allora l'unica soluzione è cambiare impostazione. Riscrivere il testo cercando una via più breve, per esprimere quanto necessario in un numero inferiore di parole.
Ma, a parte tutto, l'importante è concentrarsi sulla storia e sulla scrittura. I limiti di un impianto narrativo non possono essere distorti oltre il dovuto per rientrare nei limiti imposti da un concorso letterario. Sarebbe contrario all'etica dello scrittore... E comunque, questi consigli non sono utili solo nel caso di un concorso letterario. Eliminare il superfluo è sempre prerogativa di un bravo scrittore.
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