Risveglio - Capitolo 9

Da Jitsumu
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IX
“Una volta mollata l’anima, tutto segue con assoluta certezza, anche nel pieno del caos”
   Henry Valentine Miller
Ero preso in una spirale melliflua. Vedevo attorno a me mille volti contriti. Ondeggiavo tra uno spasmo e l’altro. Fiducia e biasimo mi circondavano invisibilmente nei giudizi di presenze intimidatrici.Voci suadenti, baritonali mi incitavano a cautelarmi nei successivi comportamenti che avrei assunto.Ero soltanto occhi. Immagini di interni labirintici. Di crani oscuri. Di mani sporche penzolanti.
Giro continuamente angoli, e vedo me che guarda un altro me disteso a guardarmi. Poi i due “me” mi fissano all’unisono e ridono grassamente mentre i loro occhi sgranati non battono ciglio.Grido senza emettere alcun suono, immobilizzato, proprio quando dovrei scappar via dall’incubo. Vengo inghiottito dal vuoto e precipito.
Gambe e braccia scattano all’unisono come fossi un burattino, mentre emetto un gridolino grave. Sento di aprire gli occhi e avverto che questo gesto, insieme al movimento degli arti, era avvenuto in un'altra dimensione, diversa da quella che mi vedeva protagonista fino a quel momento.Sono sveglio finalmente. Lo capisco dopo alcuni secondi anche se tale percezione si dimostra ardua a realizzarsi dentro me poiché sognavo le stesse stanze e pareti dove mi vedo adesso.L’incubo che mi possedeva fino a pochi istanti prima andava in scena proprio attorno e dentro quella stanza che adesso mi sembrava così familiare pur non avendola mai vista o frequentata in precedenza. Fuori la luce filtra dalle ante socchiuse della finestra. C’è silenzio.Sento bussare alla porta. Entra nella stanza Lilith e mi viene incontro sorridendomi.Mi sembra ancora più bella di quanto avessi notato nella serata appena trascorsa, e, ripulita di tutto il suo arsenale di atteggiamenti ribelli, trucco pesante e abbigliamento metal, aveva assunto un aspetto angelico. “buongiorno! Come va? Ci sentiamo meglio?” mi chiede affabile.Poi va verso le imposte e le spalanca facendo inondare la stanza di una luce intensa e calda, che ricopre anche la sua figura donandole un aura celestiale.È così strano vederla in un’ottica completamente diversa dal modo in cui mi si era presentata.Fuori il cielo è limpido e si vedono alberi rigogliosi e fioriti. Sento anche un cinguettio delicato.Cerco invano di capire come posso essere passato dalla scopata satanica, di cui ho ancora un potente ricordo, a quella stanza da letto ovattata immersa in un posto che più passano i minuti più mi sembra irrealmente placido.“va meglio grazie”La bionda è ancora alla finestra e, ferma, guarda fuori.“che bella giornata”“com’ è che sono qui?”In quel preciso instante tutto intorno a me diventa cupo e soffocante. Fuori la luce si inabissa in un nero fluire di nuvole che montano come in una colata piroclastica. Anche la stanza improvvisamente si tramuta in una sudicia segreta pietrosa e fetida. Sono terrorizzato, di quel terrore che fa venire alla mente la possibilità che niente sia vero di quello che stiamo vivendo. Che cerca per un attimo rifugio altrove. Ma è solo un attimo.Lilith si volta. Ma il suo viso delicato e angelico ha lasciato spazio a delle fattezze terrificanti. Il mostro che è diventata ghigna di fronte a me e tuona “sei qui perché sei mio!!!”. D’un colpo mi si avvicina come volando, tramutando il corpo sensuale e delicato della donna che era in una squamosa poltiglia informe che si ingrossa sempre più e mi travolge mentre grido disperato. Sono avvinghiato al corpo viscido di quell’essere abominevole, con quella faccia ripugnante che continua a fissarmi e dalla quale non riesco a distogliere il mio sguardo. In un barlume di lucidità, nella mia paura infinita si fa largo poco alla volta la consapevolezza di scorgere in quel volto demoniaco qualcosa di familiare. Poi capisco. È lo stesso viso che la ragazza aveva tatuato sul coccige. Quella faccia terribile che sembrava muoversi sulla schiena di Lilith. È lui. Sono atterrito. Salto sul letto sentendomi ancora la sensazione delle spire tremende di quel demonio che mi imprigionano. Adesso sono nella stanza di Blepu. Forse sono davvero sveglio. Anche se la coscienza di essermi svegliato era così vivida anche prima che fatico a credere che questa sia la volta buona.Sento ancora filtrare musica dall’altra parte della casa.    Sono solo. 

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