Ritagli

Creato il 12 settembre 2013 da Sallyseton @martatraverso
Questo è poco elaborato, lo confesso. Colpa mia, l'ho interrotto mentre l'ispirazione galoppava e l'ho ripreso quando ormai non mi apparteneva più. Questo blog ospita anche insuccessi, di tanto in tanto.

- Mamma, Kiss me! Silenzio.  - Perché mi guardi così? Non posso chiedere un bacio a mia madre? 
Certo che potresti, se fosse quello che realmente vuoi. Non è così, però, e lo sai. Io, da brava sorella maggiore, sono costretta a guardarti storta senza parlare, al massimo un grugnito, e finire la mia minestra senza tante storie. La mamma poi è peggio di te, perché continua la sua cena fingendo di non aver sentito. So fin troppo bene che un bacio non è nelle vostre intenzioni. Primo: né tu né la mamma siete mai state prodighe di baci. Secondo: quel tuo implodere nella i di 'kiss', lo scivolare sulla doppia s come il sibilo di una miccia pronta a scoppiare, e il calcare così tanto sull'accento di me, tutto questo è volutamente falso. Un baillamme di vocali e consonanti il cui solo esito è... Ferirmi? Provocarmi? Farmi capire che tu, quando avrai la mia età, ti guarderai bene dal ripetere i miei errori per continuare a essere la cocca di mamma? 
Come se non sapessi che quello è il segnale che tu e lei vi siete date. 'Mamma, lo ha comprato anche questa settimana, anche se glielo avevi proibito'. Altro che elemosinare baci. Tra poco inizierà la trafila di sempre: mamma si alzerà con la scusa di impastare la torta della colazione, l'ultimo numero di Kiss me! scivolerà giù dalla mia scrivania e ritornerà al suo posto domattina, mentre io starò ancora dormendo, ripulito da tutte le parole indegne. E in tutto questo io non dovrò fiatare. Mi chiedo, come ogni volta, che fine faranno tutti quei ritagli. Se un giorno qualcuno li ritroverà, pazientemente conservati come corpo del reato, e ne comporrà un mosaico di senso compiuto intitolato 'Educazione alla sessualità postmoderna'. 
Tu sei troppo piccola per capire. Credi ancora alla cicogna e ai cartoni animati, che quei personaggi da qualche parte esistano davvero, e che i tuoi giocattoli come in Toy story prendano vita quando non ci sei. Tu invece, mamma. Tu sei adulta. Perché non mi fai una semplice domanda? Perché non mi chiedi cosa mi spinga ogni settimana a disobbedirti e sprecare in edicola un quarto della mia paghetta? Ti sei mai resa conto di quanto sia importante far vedere alle mie amiche che leggo le loro stesse riviste? Mi inviterebbero lo stesso a uscire con loro, secondo te? Ti farebbe così tanto piacere avere una figlia diversa? Credi non mi renda conto da sola che, fra qualche anno, troverò queste letture enormemente stupide? 
No. Dirlo servirebbe a poco. Le mie azioni mi smentiscono. Mamma accenna un sorriso, quando tu hai pronunciato quella frase: un accenno compiaciuto tipico di una madre compiaciuta, che se ci fosse qualcun altro presente direbbe 'Oooh, ma quanto è dolce la tua bambina!' Magari mamma ti bacerebbe, per mantenere ben salde le apparenze. E tu la baceresti con trasporto e ti immergeresti nel suo odore di buono, oh sì. Solo a me non ha mai baciato. Forse quando ero neonata, chissà. Ora sono solo quella a cui ruba le riviste. Le sottrae, le ritaglia e le rimette al loro posto. Ogni tanto lascia anche un ricordino, come avere un segnalibro. L'ultima volta c'era scritto: 'Mi hai veramente delusa'.

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