A oltre sessant'anni dalla sua pubblicazione (l'edizione Mondadori Omnibus con una copertina colorata si vede ogni tanto in qualche mercatino dell'antiquariato) e a una quindicina dall'ultima ristampa per la Tea, torna in librerie uno dei primi romance storici, AMBER (titolo originale Forever Amber, da noi per decenni proposto come Ambra) di Kathleen Winsor, proposto da Beat nella collana tascabile tra le novità di fine anno. Uscito sull'onda di Via col vento di Margareth Mitchell, Amber fu un vero e proprio fenomeno di costume, creando scalpore. E se il clarinettista Artie Shaw ne proibì la lettura alla bella moglie Ava Gardner bollandolo come spazzatura, ma poi fu ironia della sorte marito della stessa Winsor, giornalista e scrittrice dalla vita movimentata morta poi in silenzio ultranovantenne nel 2006, ci furono Stati americani in cui fu messo all'indice, per le allusioni sessuali e a comportamenti comunque riprovevoli, quali figli illegittimi, aborti, passioni illecite per la mentalità di allora.
Amber, orfanella nata da una passione illegittima di due giovani nell'Inghilterra devastata dalla guerra civile, che negli anni Quaranta del Seicento provocò l'esecuzione di Carlo I e l'avvento del regime puritano di Oliver Cornwell, unico esperimento repubblicano nella Storia britannica, lascia il paesino di campagna in cui è cresciuta per andare dietro al militare Bruce. Arrivata a Londra, vivrà avventure galanti e non, tra ladri e gentiluomi, prigioni e la Corte di Carlo II, passando attraverso la peste e l'incendio di Londra, conquistando il re ma non riuscendo a tenere legato a sé lo sfuggente Bruce.
Dal romanzo della Winsor fu tratto anche un film nel 1948 diretto da Otto Preminger con la bella Linda Darnell nel ruolo della protagonista, trasmesso ogni tanto in qualche retrospettiva, che vede nel ruolo della cameriera dell'eroina Jessica Tandy, poi diventata famosa da anziana negli anni Novanta con A spasso con Daisy e Pomodori verdi fritti. Un film peraltro abbastanza fedele, tranne che nel finale che è comunque aperto, soprattutto realizzato in maniera sontuosa come costumi e scenografie, con richiami alla pittura del Seicento come fece trent'anni dopo Kubrick con Barry Lindon.
Le quasi mille pagine di Amber sono uno dei primi esempi, a metà strada tra Via col vento e Angelica, di una saga al femminile su uno sfondo storico, dove amore, avventura e passione sono di casa: nella prefazione di Barbara Taylor Bradford, che trovò il romanzo religiosamente conservato dalla madre in casa, si ricorda l'impatto sull'immaginario di una generazione di questa eroina anticonfomista e libera, pronta a pagare in prima persona i suoi errori e anche come ha poi influito su una produzione di romance storici che non ha mai cessato di calare, e che ha popolato i sogni di studentesse, lavoratrici, intellettuali, imprenditrici, in coppia o single.
Interessante quindi vedere uno dei primi esempi di questo filone, comunque appassionante: Kathleen Winsor promise allora un seguito alle avventure di Amber, così come aveva fatto anche Margareth Mitchell con Rossella O'Hara. Ma mentre quest'ultima fu impedita dal farlo da una morte prematura, la Winsor preferì occuparsi poi di altri progetti letterari e personali, lasciando la via aperta alla sua eroina nei sogni delle sue lettrici.
Elena Romanello
IL ROMANZO
AUTRICE:Kathleen Winsor
TITOLO: Amber (Forver Amber)
EDITORE: Neri Pozza, collana Super BEAT, pp. 880, Euro 14,90
DISPONIBILE IN EBOOK: No
LA STORIA
Nel 1944 un romanzo, ambientato esattamente tre secoli prima, precisamente nell’Inghilterra del 1644, scosse la società americana. Il romanzo fu vietato in 14 stati americani per i suoi numerosi riferimenti a rapporti sessuali, gravidanze illegittime, aborti ecc. Nella forma di un romanzo storico, camuffato da romanzo d’appendice, camuffato a sua volta da romance, si raccontava la storia di un’eroina, Amber St Clare, orfana abbandonata di nobili natali, che non esita a usare la sua bellezza e il suo fascino per farsi largo in un mondo a lei estraneo. Quello che infastidiva soprattutto i puritani giudici americani degli anni Quaranta, e la Chiesa cattolica che la bollò di indecenza, era che Amber St Clare rompeva gli schemi dell’eroina dei romanzi d’appendice, in trepida attesa del principe azzurro, per delineare l’inaspettato ritratto di una donna intraprendente, spregiudicata che non esita a fare libero uso della sua sessualità e, soprattutto, della sua astuzia per raggiungere i suoi scopi. Che cosa è, infatti, una donna che, nell’Inghilterra del Seicento in cui infuria la guerra civile, viene abbandonata appena neonata e adottata da una famiglia di contadini; a sedici anni rifiuta di sposare un contadino e fugge a Londra dopo aver conosciuto in una locanda Bruce Carlton, un militare di nobili origini di cui si innamora e dal quale ha un figlio; finisce in carcere, dove incontra il bandito Black Jack che la prende sotto la sua protezione e le insegna a rubare; diviene l’amante di un ufficiale che la fa assumere come attrice da una compagnia teatrale, dove alcuni nobili e persino Re Carlo II rimangono affascinati dalla sua bellezza; sposa Radcliffe, un nobile che le offre finalmente la posizione cui lei aspira; rimane vedova e diventa l’amante del re; vive a corte insieme al bambino, il figlio suo e di Bruce; viene scacciata dal re e decide di seguire Bruce Carlton in America, terra di avventura e di nuovi orizzonti? Che cosa è una donna simile se non il frutto di un’immaginazione femminile sovversiva per la sua epoca, la prima rappresentazione nel Novecento della donna ribelle al suo destino di madre e sposa devota?
La giornalista Natalia Aspesi in un suo articolo su Repubblica ha così salutato la nuova edizione di questo romanzo:
Neri Pozza inaugura con questo libro la collana SuperBeat che ha l'ambizione di proporre "bestseller del passato che hanno rappresentato una svolta nei costumi e nel comune sentire di un'epoca". Alla fine degli anni '40, la svolta, nel caso di Amber, era rappresentata da un'eroina spregiudicata e non per questo punita dalle fiamme dell'inferno, simbolo sorprendente di una emancipazione femminile scandalosa. E oggi, in tempi di epidemia di escort e del ritrovato femminismo di "Se non ora quando", Amber è ancora in grado di "rappresentare una svolta"? Forse sì, e non solo per la capacità della sua protagonista di imporsi agli uomini, ma perché sarebbe ora che anche gli uomini, addirittura i critici letterari, la scoprissero e ne godessero. Non tanto per la sua scostumatezza anni '40, oggi paragonabile alla castità, ma per l'assoluta ricchezza dei riferimenti storici, sociali, di costume, che ne fanno nel ramo del sempre più diffuso romanzo storico, un vero capolavoro.
Ignorato o disprezzato dalla critica, il romanzo fu allora al centro di uno scandalo enorme, prima bandito da tutte le librerie di Boston, poi messo all'indice in 14 stati a partire dal Massachussets, il cui procuratore generale segnalò ben "70 riferimenti all'unione carnale, 39 a gravidanze illegittime, 7 ad aborti, 10 scene in cui le donne si spogliavano davanti a uomini con cui non erano sposate e una cinquantina di scene variamente pruriginose". Il famoso Codice Hays, che controllava la morale del cinema americano (che non poteva per esempio mostrare anche per coppie maritate un letto a due piazze) raccomandò di non moltiplicarne la pericolosità con un film: e subito il produttore Selzinck ne affidò la regia a Preminger, protagonisti Linda Darnell, Cornel Wilde e George Sanders, però togliendogli ogni peccaminosità. Anche l'autrice, Kathleen Winsor era affascinante, ambiziosa e vivace: sposata a 17 anni con un compagno di università, diventò nel 1946 la sesta delle otto mogli del jazzista Artie Shaw, dopo Lana Turner, Ava Gardner ed altre malmenate signore; nel 1949 sposò l'avvocato che l'aveva aiutata a divorziare e nel 1956 scelse definitivamente un marito potente e ricchissimo, diventando una delle regine della mondanità di Washington. Aveva cominciato ad occuparsi di Amber a 20 anni, partendo dalla tesi di laurea del primo marito, dedicata agli splendori e orrori dell'Inghilterra di Carlo II. A 24 anni, senza mai essere uscita dagli Stati Uniti, aveva scritto versioni di un romanzo che evocava con probabile verosimiglianza la Londra del '600, il
tempo del dilagare della peste e del grande incendio, la corte fatua e corrotta di Whitehall, l'allegra vita del penultimo Stuart, bello e assatanato, povero e spendaccione, odiato dall'odiato Parlamento; e poi i complotti per assassinare lui e il fratello James, suo successore, l'odio tra anglicani e cattolici, le guerre con l'Olanda, le brucianti sconfitte, le prime colonie americane, la nascita della Compagnia delle Indie. Ma anche i meravigliosi abiti dei gentiluomini dalle gambe fasciate nella seta e dalla testa coperta da immense parrucche nere come nei ritratti di Peter Lely, e gli arredamenti sontuosi dei palazzi eretti dal celebre architetto Wren; poi le notti folli di quello che il popolo aveva soprannominato Merrie Monarch, tra bettole malfamate, bordelli miserabili e teatri dove per suo ordine finalmente potevano recitare anche le donne (come nel bel film di Eyre Stage Beauty del 2004, dove Carlo II circondato dai suoi cagnolini ha la faccia ironica di Rupert Everett). Si sa che re Carlo II, senza eredi a causa della sterilità della moglie Caterina di Braganza, ebbe 12 figli, esclusi dal trono perché illegittimi ma tutti ben sistemati (la defunta principessa Diana ne aveva addirittura due tra i suoi avi) dalle sue tante amanti, attrici, prostitute, aristocratiche, e va benissimo che una di loro potesse essere stata Amber, che di matrimonio in matrimonio, di letto in letto, si installa anche in quello affollato del re rendendolo più volte padre e ottenendo ricchezze e titolo ducale: però continuando ad amare un solo uomo, il bel barone Bruce, che dalle prime pagine alle ultime continua a scoparla, però sposandone naturalmente un'altra. La giovane signora Winsor, decisa a essere il più possibile credibile, dichiarò di aver letto 392 libri dedicati a quei decenni, dai romanzi come Moll Flanders o Lady Roxana, ai testi e diari di John Evelyn, Samuel Papys, Daniel Defoe. Assolta dalla grandiosità storica del romanzo, resa pericolosa quindi tanto più interessante dal vorticoso sommarsi di amanti, inimmaginabile nella letteratura popolare e non degli anni '40, Amber poteva vivere avventurosamente come le tante eroine per signore, coraggiosa, intraprendente, sicura di sé, libera, scaltra, anche un po' assassina, sempre indomabile come una successiva eroina romanzata della fine degli anni '50, la famosa Angelica Marchesa degli Angeli, poi interpretata dalla leziosa Michèle Mercier in ben 5 film. Dopo 880 pagine che alle lettrici di tutto il mondo parevano e tuttora paiono troppo poche, il romanzo non finisce con il tradizionale happy end: la vita frenetica di questa "grande horizontale", ancora giovane, ancora bella, non si rifugia nella banale definitiva conquista dell'amato, ma ricomincia da capo, nuovamente sola, nuovamente combattiva, a caccia del suo nuovo futuro, diventando una delle più avvincenti protofemministe della letteratura popolare femminile, in grado di dare qualche suggerimento di ribellione ancora oggi.
AVETE MAI LETTO QUESTO ROMANZO? VI PIACE L'IDEA CHE FAMOSI CLASSICI ROMANCE DEL PASSATO VENGANO RIEDITI?