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Ritornare alle origini per costruire l’unione politica europea

Creato il 23 agosto 2012 da Ilnazionale @ilNazionale
Ritornare alle origini per costruire l’unione politica europea

l’unione politica europea, un puzzle non ancora completo

23 AGOSTO – “Europa: Una, nessuna, centomila”. Il titolo dell’incontro tenutosi ieri mattina al Meeting di Rimini, parafrasando Pirandello, ha colto in modo significativo quella che è una delle principali peculiarità del Unione Europea, punto di forza ma anche di debolezza della politica del Vecchio Continente.

Secondo il Vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani presente all’incontro, “l’Europa deve lavorare per creare le migliori condizioni di vita per i suoi 500 milioni di cittadini”. Pur consci delle difficoltà in cui versiamo, non dobbiamo mai dimenticare le nostre radici comuni; attingere dalla filosofia greca, dal diritto romano, dal cristianesimo. Dobbiamo ritornare alle origini per ricordare ciò che veramente fa di noi, indipendentemente dalla nazionalità, un unico popolo. A chi si interroga circa le radici cristiane dell’Europa, il Commissario ha ricordato che “sono quelle che permettono ad ogni cittadino di sentirsi a casa sua in qualsiasi posto d’Europa si trovi. Quando entriamo in una Chiesa lituana o portoghese ognuno di noi credente o meno, si sente partecipe di quella storia”.

Assente per un lutto improvviso Martin Schulz, Presidente del Parlamento Europeo, il primo relatore, dopo la lettura del messaggio di Schulz al popolo del Meeting in cui auspica un’Europa più unita, è stato Luis Miguel Poiares Maduro.

Il Professor Maduro,  docente presso l’European University Institute,  ha incentrato il proprio intervento sulla crisi di identità che ha investito l’Europa intera e che si è originata dalla crisi dei singoli stati membri, essendo oggi più che mai tutti parte di un grande meccanismo fondato su di un sistema di interconnessioni.

Dalla mancanza di disciplina contabile di alcuni Paesi membri, sino ad arrivare all’eccessivo indebitamento di cui sono vittima altri, ecco che la crisi economica si è diffusa come una piaga in Europa. La globalizzazione è infatti secondo Maduro una sorta di “arma a doppio taglio”: consente rapporti più stretti tra gli Stati, favorisce la libera circolazione delle merci e l’espansione delle nostre aziende ma nello stesso tempo ci espone al rischio concreto che alla crisi di uno segua in un circolo vizio la crisi degli altri, sino ad arrivare a quella dell’intero sistema.

“La soluzione strutturale è l’integrazione politica” secondo il relatore. Siamo infatti uniti sulla carta, ma in concreto c’è ancora molto lavoro da fare, a cominciare dalle costituzioni di molti Stati membri che hanno nette impronte nazionalistiche, essendo antecedenti al disegno di un’Europa unita.

Ritornare alle origini per costruire l’unione politica europea

On. Mario Mauro

L’on. Mario Mauro, Capogruppo PDL presso il Parlamento Europeo, ha sottolineato a sua volta come “la crisi finanziaria ed economica europea sia un misto di mancanza di coraggio e di visione e quindi una crisi di fiducia”.

Una visione comune è ciò che da sola potrebbe aiutare l’Europa a trovare quella compattezza che per ora possiamo invidiare agli Stati Uniti, per esempio.

Con una maggiore integrazione politica potremo infatti divenire, secondo l’Onorevole, la prima potenza mondiale. Riprendendo Maduro è quindi doppiamente evidente come oggi si ragioni a livello di singoli stati e non come unità indissolubile.

Tutto questo come si pone rispetto alla possibile uscita della Grecia dall’Europa? “Non possiamo permettercelo”, con queste parole Mauro ha assunto una posizione netta contro quanti, con uno spirito anti europeista, auspicano un ritorno al passato, a maggiori autonomie nazionali, dimentichi di quella responsabilità che i politici si assunsero nei confronti dell’elettorato e di quel sogno comune che erano – e devono essere tutt’ora – gli Stati Uniti d’Europa.

La ricerca costante di un’assunzione di responsabilità, circa il proprio agire, è stato il leit motiv di diversi incontri: martedì mattina rispetto alla professione del giornalista, ieri delle politiche nazionali; tante le differenze ma un minimo comune denominatore.

Il tempo a nostra disposizione infatti si sta tuttavia esaurendo rapidamente, dobbiamo perciò continuare nella direzione di un progetto di europeizzazione, meno timido, “non per obbligo, ma per scelta”.

La fiducia, il senso di responsabilità che devono esser propri dell’uomo, non solo in quanto politico, giornalista, imprenditore; ma in quanto essere umano in rapporto con gli altri e con l’infinito, sono la vera risposta a questa crisi di valori che ha investito il mondo intero.

Giuliasofia Aldegheri


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