Ed è proprio in uno di questi che mi imbattei, come vi dicevo, qualche mese fa.Oggetto della questione: dirsi o meno BUON APPETITO?Un augurio ormai in disuso, addirittura ammonito dal galateo, in favore del piacere del convivio, più che dell'impellente e animale necessità di mangiare, considerata una volgare esortazione all'abbuffata.Colpevole di ciò è anche LA FORCHETTA e il distacco fisico che essa ha creato col cibo che da quel momento in poi non si sarebbe più afferrato con le mani, allontanando la primordiale modalità di nutrizione.Eppure?
Eppure dice Massimo Montanari "... buon appetito non significa 'mangiare molto'. Significa semmai 'mangiare bene'".E prosegue: "Appetito viene dal latino 'ad-petere' e significa il desiderio, l'essere attratti da qualcosa. Non è la fame, pulsione istintiva che serve a sopravvivere, a riempire lo stomaco, a fare il pieno di benzina in questa macchina che si chiama corpo. E' qualcosa di meno e di più importante. Meno perché l'appetito non ci obbliga a mangiare, ma garbatamente ci invita. Più, perché introduce l'elemento del piacere e della discrezione (nel senso letterale di 'scegliere') rielaborando in senso culturale l'istinto della fame. Certo, ciò può accadere solo quando la fame non urla troppo. Perciò l'appetito è un lusso, che non tutti, e non sempre, si possono permettere. Augurare buon appetito è come dire: spero che la tua fame non sia tale da impedirti un rapporto cordiale e piacevole col cibo."
Sono decisamente d'accordo. Immaginatevi a casa, davanti al vostro cavallo di battaglia culinario, o in un agriturismo speciale, o ancora in un ristorante stellato, o davanti al vostro piatto preferito cucinato dalla mamma o dalla nonna: dirsi BUON APPETITO significa augurarsi di godersi il piacere di quel fantastico cibo.E' forse sconveniente tutto ciò?! Direi proprio di no.
Buon appetito a tutti :-)