Ritorno ad un' economia per l' Uomo

Creato il 22 maggio 2013 da Bruno


L’economia attuale è costruita come un grande imbuto o un piano inclinato sul quale qualsiasi ricchezza che viene creata inevitabilmente scivola fino a finire in un punto ben determinato.
Il sistema odierno si fonda sullo squilibrio che viene sapientemente creato e mantenuto con cura maniacale per essere sfruttato al momento giusto, per approvvigionarsi di materie prime e sfruttare manodopera a basso costo, per avere sempre una produzione a costi inferiori, conseguendo così vantaggi incolmabili e sempre maggiori rispetto agli altri attori del mercato.
Lo schema classico è produrre a poco e vendere a tanto sfruttando gli squilibri; e questo si ripete all’infinito, ma sempre con differenti modalità per non essere facilmente individuato, allargando la sfera di azione ogni volta che un mercato inevitabilmente si esaurisce. Un esempio di casa nostra è la pretestuosa arretratezza del sud Italia che è servita strumentalmente in un primo periodo per avere manodopera e successivamente per “delocalizzare” produzioni ed ottenere sostanziosi aiuti economici dallo stato. Finita la festa e trovati altri luoghi nel pianeta dove massimizzare il profitto, si abbandona tutto lasciando in eredità a chi rimane solo inquinamento, distruzione, povertà, tanta sofferenza e malavita.

L' attuale globalizzazione ha solo questo scopo e niente più.

Solo così si spiega il miliardo e duecento milioni di persone che soffrono ancora la fame, aumentate del 9% solo nell’ultimo anno ed i livelli di povertà profonda di alcune zone del pianeta, quando invece si sarebbe in possesso di tecnologia e ricchezza sufficiente per dare benessere e alimentare con tranquillità tutta la popolazione mondiale.

Il debito infinito

Lo strumento usato per creare questi necessari squilibri è il debito infinito. Uno strumento che getta l’intera umanità, per il solo fatto di partecipare al suo gioco, dentro l’incantesimo della scarsità, facendola confrontare ogni giorno con le sue più profonde paure e fragilità, trasformando quello  che  potrebbe  essere  un  paradiso  in  un  inferno  e  soprattutto  riducendola  in  schiavitù; una  schiavitù  moderna  senza  sbarre  o  costrizioni  fisiche,  ma  forse  per  questo  più  dolorosa  e difficilissima da smascherare.
Il denaro è l’attore principale di questo dramma e noi le vittime designate.
Il denaro, contrariamente a quello che dovrebbe essere, ovvero uno strumento che agevola gli scambi, è considerato una merce il cui prezzo è il tasso di interesse. Una merce, lo sanno tutti, deve essere scarsa per avere una domanda sempre elevata ed avere così un costo elevato ed è proprio quello che accade al denaro che è reso artificialmente scarso per alzare il suo prezzo, ovvero i tassi di interesse. Quando la domanda cala ed è sempre perché il debito diventa insostenibile, anche il suo prezzo - il tasso di interesse - ovviamente cala per renderlo più appetibile, ma il risultato è sempre quella sensazione di affanno e di scarsità che è necessaria per la sopraffazione del genere umano, mentre il creditore continua incessantemente a succhiare energia vitale dall’intera umanità.
Il debito ricordiamoci che chiede sempre qualcosa di più di quello che dà e se ci rendiamo conto che nessuno mette in circolazione quanto sarebbe necessario per rifondere gli interessi, essendo tutto il denaro messo in circolazione solo a fronte di un indebitamento pubblico o privato, ecco svelato
il trucco semplicissimo, ma estremamente efficace, che trasforma in un attimo la nostra vita nel peggiore degli incubi immaginabili senza che ce ne accorgiamo.
  Il grafico del debito evidenzia come esso, dagli anni ’80, sia cresciuto
esponenzialmente fino ai livelli attuali.
In quel periodo, infatti, per compensare l’aumento esponenziale del debito, iniziò la fase delle grandi privatizzazioni per ridurre i debiti pubblici e delle grandi aperture ad altri mercati, la globalizzazione economica e finanziaria, per continuare a lucrare, se possibile ancora di più, dalla situazione prima dell’ inevitabile e preordinato crollo che riporterà il livello del debito agli anni ’50-60, facendo così ripartire di nuovo il ciclo economico e quello del debito infinito.
E’ importante sottolineare che fino a quando non si sarà azzerato, o quasi, l’eccesso di debito, il nuovo ciclo economico di lungo periodo non potrà partire e con esso il perpetuarsi dell’eterno gioco del padrone e dello schiavo.
Questo spiega anche perché in questo modo siamo sempre costretti a ricercare una crescita innaturale e continua che porta inevitabilmente allo sfruttamento esasperato delle risorse del pianeta. Se ci si fermasse, il castello di carte crollerebbe immediatamente ed ecco perché ci arrivano, da parte delle autorità, sia politiche che economiche, continui appelli alla crescita e alla competitività.
Competizione e crescita continua sono ingredienti indispensabili per il debito infinito.
Per coloro che si affacciano a questa visione per la prima volta, il panorama, che si presenta quando ci si toglie gli occhiali del sistema è desolante: la vita di ognuno è diventata una continua rincorsa  per  reperire  con  sempre  più  fatica  la  nostra  dose  di  interessi  e  questo  comporta una  rinuncia  continua  a  pezzi  importanti  del  nostro  essere.  Niente  più  tempo  libero,  letture rigeneranti, affetti sempre più trascurati e bambini che sono diventati un lusso che crescono con estranei e apparecchiature elettroniche, tv, giochi, cuffiette ecc.; si vede l’altro come un  nemico che è pronto a toglierti il denaro necessario per gli interessi e la vita è diventata una continua ed esasperante lotta per la sopravvivenza.
La disgregazione economica
Purtroppo il quadro non è ancora completo perché a livello economico il processo di globalizzazione e del debito portano a quella che si può definire la disgregazione economica.
Per comprendere meglio questo concetto usiamo una metafora. Più o meno tutti noi abbiamo presente come funziona il nostro corpo: dalla bocca entrano le materie prime che vengono trasformate dall’apparato digerente che trattiene e distribuisce tutto quello che è necessario al corretto funzionamento dell’organismo, mentre le cose superflue, gli scarti di lavorazione, vengono espulsi come rifiuti. Dai polmoni si convoglia l’ossigeno necessario al sangue che scorre per tutto il corpo alimentando il motore, il cuore, e quello che serve a far funzionare la centrale decisionale, il cervello, che sceglie modi e usi delle articolazioni per adempiere  agli  scopi  utili  alla  vita  di  questo  corpo:  correre,  camminare,  afferrare,  masticare ecc..  La  malattia  subentra  quando  uno  dei  componenti  non  adempie  più  correttamente  alla propria  funzione  e  la  morte  arriva  quando  un  organo  fondamentale,  cuore,  polmoni,  fegato, cervello cessa di lavorare.
Adesso con uno sforzo di immaginazione cerchiamo di associare il corpo al funzionamento di una nazione, dove la bocca e l’apparato digerente sono l’agricoltura e l’industria che trasformano i  prodotti  necessari  alla  nostra  sopravvivenza,  il  cervello  è  dove  avvengono  le  decisioni,  il parlamento, che mettono in moto le articolazioni ed i muscoli, la forza lavoro, le società dell’energia e dell’acqua sono il motore, il cuore, di tutto questo grande organismo, mentre le società della nettezza urbana si occupano di smaltire i rifiuti prodotti. Dimenticato qualcosa?
Ah si il denaro, in questo contesto è come il sangue che circolando in tutta la nazione permette a tutti i settori di assolvere al proprio compito.
Per  tornare  al  nostro  esempio,  un  corpo,  una  nazione,  che  funziona  correttamente  chiude  il cerchio delle sue necessità, è in equilibrio e difficilmente andrà a cercare nuove cose all’esterno e se avrà qualche necessità particolare si ingegnerà per risolvere la questione con gli strumenti
che ha a disposizione; detto in altri termini, non sarà grasso, consuma quello che produce, non accumula riserve, e avrà poca propensione a drogarsi (a indebitarsi).

Questa situazione, nel processo del debito infinito, è inaccettabile, è un vero e proprio pugno nello stomaco che impedisce di vivere e proliferare a multinazionali e speculatori ed allora, più o meno dal dopoguerra ad oggi, è stato attuato il processo di disgregazione delle economie.
Praticamente, tramite la droga, ossia il debito agganciato alla creazione monetaria, hanno fatto credere al  cervello,  alla  classe  politica  e  alle  cellule  che  sono  il  corpo  sociale,   che  tutto  procedesse tranquillamente e per il meglio mentre invece stavano piano, piano, sostituendo ad uno ad uno gli organi vitali e rendendo man mano inservibili quelli originali. La onseguenza è il completo controllo di quell’organismo da parte di queste entità esterne e la dipendenza totale di questo organismo
•  E’  quello  che  è  avvenuto  con  il  nostro  fabbisogno  alimentare  sempre  più  dipendente  dalle importazioni di altri paesi, oltre il 50%, mentre la nostra agricoltura è letteralmente…"a terra”, a causa di una politica interna e comunitaria a dir poco omicida e poco importa se le merci fanno migliaia di chilometri per arrivare sulle nostre tavole, se consumano risorse energetiche eccessive,  se sono piene zeppe di conservanti, additivi e pesticidi nonché OGM che le fanno apparire fresche, appena colte anche se praticamente non hanno vita e hanno perso ogni proprietà nutrizionale.
• E’ quello che è accaduto alla nostra industria dove moltissime aziende, dopo le privatizzazioni degli anni ’90, sono state acquistate, smembrate, rivendute e poi chiuse. Quelle poche rimaste non possono competere con chi utilizza nuovi schiavi per produrre in paesi lontani ed invade i nostri mercati, è quello che accade con le nostre micro, piccole e medie imprese strette nella morsa fiscale e del debito.
Scompaginando  e  rendendo  l’economia  sempre  più  caotica  e  veloce,  mentre  si  elargiscono quantitativi  di  debito  sempre  più  elevati,  l’intera  nazione,  ma  a  questo  punto  della  storia  si può parlare tranquillamente di tutto il mondo industrializzato, ricorda molto un drogato che ha necessità sempre maggiori di stupefacenti, il debito, per sentirsi un leone, mentre il suo corpo si deteriora a vista d’occhio.
La stessa cosa è accaduta con la politica. Noi continuiamo a pensare che quando andiamo a votare eleggiamo i nostri rappresentanti che guideranno il paese, ma invece ci sbagliamo perché oggi la politica è stata svuotata di ogni potere che invece è stato travasato sapientemente e nel silenzio più assoluto, nelle mani di organi sovranazionali, non eletti, che effettuano le reali decisioni. Si parla ovviamente di Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione Mondiale per  il  Commercio,  Banche  Centrali,  per  non  parlare  del  recente  trattato  di  Lisbona  che  ha compiuto il travaso di potere iniziato con quello di Maastricht. Alla politica “nostrana” rimane solo la gestione dell’ordinaria amministrazione che ammonta sempre alla non ridicola cifra di circa 800 miliardi di euro all’anno, oltre la metà del PIL (che per il modo di essere conteggiato possiamo definire Prodotto di Infelicità Lordo), ma gli sono precluse tutte le decisioni importanti e determinanti per un paese, politica economica, monetaria, occupazionale ecc.
Le sovranità perdute
Questo  ci  porta  a  ragionare  su  quelle  che  sono  le  sovranità  perdute  e  che  nonostante  siano richiamate  nella  nostra  costituzione  ci  sono  state  sottratte  con  l’inganno  dai  vari  trattati internazionali e accordi, spesso segreti.
1 • La Sovranità Monetaria
2 • La Sovranità Politica
3 • La Sovranità Territoriale
4 • La Sovranità Alimentare
5 • La Sovranità della Salute
La Sovranità Monetaria
È  determinante  per  l’autonomia  di  uno  stato.  Il  denaro  come  abbiamo  visto  è  il  fulcro dell’organismo economico e deve essere riportato ad essere un mezzo che agevoli gli scambi e  non  uno  strumento  di  sopraffazione  e  schiavitù  occulta.  La  creazione  monetaria  non  deve essere più collegata all’indebitamento degli stati e dei privati e tutto quello che riguarda il mezzo
di scambio deve essere riportato nella sfera decisionale della collettività; una collettività però consapevole, attenta e in grado di controllare costantemente l’operato dei suoi rappresentanti.
La Sovranità Politica
È essenziale per gestire correttamente una comunità. Il politico deve essere colui che per le sue doti morali e professionali gestisce la cosa pubblica. Recuperare questa sovranità e la sua enorme responsabilità, implica un lavoro di revisione molto profondo sul significato di fare politica oggi e comporta anche una vera e propria rivoluzione delle coscienze degli elettori, nonché una conoscenza non superficiale di quali siano i meccanismi economici ed i riflessi che questi hanno nella vita di un paese.
La Sovranità Territoriale
È un punto molto delicato e importante. In passato e grazie ad accordi a tutt’oggi ancora coperti da segreto di stato, è stato possibile avere nella nostra penisola 113 basi militari americane e il movimento “No dal Molin” di Vicenza è il sintomo della voglia di riprendere i propri spazi e di liberarsi da questi vincoli imposti e antistorici.
Esiste  però  anche  un’altra  faccia  altrettanto  importante  che  riguarda  la  Sovranità  Territoriale ed è l’estrema cementificazione che fa scomparire ogni anno migliaia di ettari di terreno che sarebbero potuti essere destinati all’agricoltura e al verde; oppure la gestione di beni indisponibili perché dell’intera collettività come l’acqua.  Salvaguardare il territorio e le sue risorse è il primo indispensabile passo per ritornare in possesso di un’altra Sovranità irrinunciabile.
L’erosione  di  questa  importante  sovranità  avviene  anche  per  pratiche  apparentemente ecosostenibili come gli impianti per le energie rinnovabili. Citiamo questo caso perché dimostra come  il  sistema  si  insinua  anche  cambiando  forma  dimostrandosi  apparentemente  innocuo  e sostenibile, mentre invece continua la sua opera di distruzione.
Ci  sono  società  italiane  ed  estere  che  attirate  dai  lauti  guadagni  del  conto  energia  messo  a disposizione  dal  governo  per  agevolare  l’energia  solare,  fanno  incetta  di  terreni  agricoli  per impiantarvi  centrali  di  produzione  di  energia  solare.  Purtroppo  la  stessa  cosa  avviene  con  i
mega impianti eolici e solari spuntati come funghi su tutta la penisola che purtroppo e troppo spesso fanno anche capo a multinazionali e malavita. Questa pratica è estremamente negativa e stravolge il concetto della sostenibilità delle energie rinnovabili per vari motivi:
•  si sottraggono terreni all’agricoltura facendo leva su affitti certi per 20-25 anni e giocando sulla precarietà in cui versa oggi l’agricoltura.
•  Si pagano affitti ai proprietari di poche migliaia di euro a fronte di introiti da milioni di euro che non verranno reinvestiti nel territorio, ma indirizzati a cercare altri lucruosi investimenti in giro per il mondo, quando non vanno nella speculazione finanziaria pura. L’energia prodotta ed i relativi introiti non rimanendo sul territorio non producono alcun vantaggio per la comunità.
•  Le  società  operano  un  drenaggio  di  risorse  di  tutta  la  comunità  considerando  che  le agevolazioni per le energie rinnovabili le paghiamo tutti noi.
La comunità deve chiedere che si privilegi l’autosufficienza energetica, che l’energia venga sfruttata sul territorio che l’ha prodotta e soprattutto che si eviti la speculazione in questo settore accettando solamente privati residenti o società che hanno i loro impianti produttivi nel territorio e negando l’autorizzazione qualora l’impianto venga installato in terreni destinati all’agricoltura.

La Sovranità Alimentare
Se noi siamo quello che mangiamo, oggi purtroppo non siamo certo lo specchio della salute. Molte delle  malattie  e  intolleranze,  in  fortissimo  aumento  in  questi  ultimi  anni,  è  scientificamente  provato che dipendono da un’alimentazione sbagliata e derivata dalla lavorazione industriale di materie prime che  sin  dall’origine  non  hanno  più  le  qualità  nutritive  del  passato.  L’industrializzazione  del  settore, le  colture  intensive,  l’impoverimento  e  l’inquinamento  dei  terreni  hanno  portato  i  prodotti  a  perdere progressivamente quell’energia di cui il nostro corpo ha bisogno continuamente. L’agricoltura di qualità è un bene irrinunciabile per tutti i popoli della terra, da cui discende direttamente l’ultima sovranità
perduta.
La Sovranità della Salute
La prima cura è una corretta alimentazione fatta con cibo di qualità. Molti studiosi oggi attribuiscono all’alimentazione una funzione importantissima per la cura e la prevenzione delle malattie.
Inutile ricordare come le multinazionali del farmaco siano anche i più grandi produttori di concimi chimici e che guadagnano cifre stratosferiche dalle nostre sofferenze. La salute e la malattia sono  anche  lo  specchio  del  nostro  benessere  interiore  e  della  nostra  armonia  con  la  natura, recuperare le sovranità che per diritto divino ci appartengono migliorerà anche  il nostro equilibrio psicofisico aiutato da una visione della nostra esistenza sempre più completa e integrata.
Ci  troviamo  quindi  oggi  in  una  condizione  di  estrema  dipendenza  e  debolezza  che  porta  intere popolazioni ad essere alla mercè di enti sovranazionali e di strutture che non hanno al centro l’uomo, ma la sopraffazione ed il profitto. Un mondo sfruttato e inquinato fino all’inverosimile che ha perso il buon senso e le sue radici a causa dell’irrazionalità del sistema che alcuni uomini hanno creato.


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