Ritorno alla magione - Provato - PS3

Creato il 12 giugno 2014 da Intrattenimento

All'E3 di Los Angeles abbiamo provato un capitolo avanzato del nuovo horror di Mikami

Nel corso di una presentazione a porte chiuse all'E3 2014, Bethesda ci ha mostrato un breve filmato con quelle che sono state (o dovrebbero essere) le reazioni di alcune persone che hanno provato The Evil Within, il nuovo survival horror diretto da Shinji Mikami. Prevedibilmente, il montaggio era pieno di salti sulla sedia, imprecazioni e spaventi, dando l'idea di un'esperienza di gioco da pelle d'oca. E invece la mezz'ora passata pad alla mano si è dimostrata tutt'altro. Sinistra e disturbante in più occasioni, certo, ma di sicuro ben lontana dal livello di tensione e terrore raggiunto di recente da titoli come Amnesia e Outlast. La colpa, può darsi, è anche e soprattutto di una demo basata su una sequenza dell'avventura con più bassi che alti.

Disturbo senza spaventi

La versione portata dagli sviluppatori di Tango Gameworks alla fiera losangelina ci ha permesso di giocare il capitolo 8, un momento della storia piuttosto avanzato ma allo stesso tempo completamente decontestualizzato e privo di tutorial. Di sicuro non il massimo per quella che punta ad essere un'esperienza coinvolgente e articolata da presentare nel trantran di una fiera. Con un'introduzione che si presenta come un chiaro omaggio al primo episodio di Resident Evil, il protagonista Sebastian Castellanos si ritrova ad entrare all'interno di una tenebrosa magione, avendo subito a che fare con le creature mutanti che la infestano. Come in ogni survival horror che si rispetti, i proiettili si trovano piuttosto raramente all'interno dell'ambiente di gioco, costringendo l'utente a tenerli da parte per quando estremamente necessario, e anche in quel caso stando bene attento a non mancare un colpo alla testa. In alternativa si può provare a colpire le creature nemiche utilizzando armi corpo a corpo come un'ascia o un coltello, oppure fare piazza pulita a colpi di fucile a pompa. Sia nel combattimento che durante l'esplorazione dello scenario, The Evil Within si presenta però come un horror estremamente impegnativo, tant'è che nell'arco di una trentina di minuti abbiamo perso il conto della quantità di Game Over visti. L'elevato livello di difficoltà, secondo gli sviluppatori, dovrebbe stimolare nel giocatore un senso di progressione e una sfida a migliorarsi sempre di più studiando lo scenario nel corso di più e più tentativi. Effettivamente lo abbiamo verificato in prima persona. In una prima partita, mentre cercavamo di fuggire da un paio di mutanti affamati, abbiamo involontariamente attivato un esplosivo che ci ha messo KO in un istante; già al secondo tentativo siamo stati più attenti, accovacciandoci e muovendoci furtivamente per evitare di finire nuovamente in mille pezzi; infine, al terzo giro, abbiamo attirato una creatura nemica in prossimità dell'ordigno, facendolo poi esplodere a distanza grazie a un preciso colpo di pistola. Morte dopo morte, il giocatore diventerà così più esperto e consapevole della posizione e del comportamento di ogni nemico e di ogni trappola piazzata nell'ambiente. Un'idea tutto sommato interessante ma che potrà scoraggiare i giocatori meno pazienti. Per liberarsi definitivamente di un nemico ed evitare che torni in vita, bisogna avere premura di incendiarne il corpo, mentre non mancheranno neppure una serie di minigiochi ed enigmi a spezzare di tanto in tanto il ritmo. Nel corso della nostra prova ne abbiamo trovato uno particolarmente disturbante, in cui effettuare una lobotomia al cervello di un cadavere, cercando di stimolare con degli strumenti l'area che governa la paura. Particolare attenzione poi alla componente stealth, con la necessità di muoversi di soppiatto, non farsi vedere o sentire dai nemici e non abusare della lanterna a propria disposizione, nonostante, come accennato in apertura, il capitolo provato faccia fatica a creare il senso di tensione che in molti si aspettavano da un nuovo horror di Mikami. Una cosa che invece ci è piaciuta molto è stata la possibilità, sempre entro certi limiti, di esplorare la magione in maniera piuttosto libera e non lineare, decidendo quali stanze esplorare e in che ordine. Sapevamo già che l'avventura sarebbe stata inframmezzata da sequenze scriptate che puntano a creare attimi di allarme nel giocatore, e nella demo dell'E3 ne abbiamo avuto un nuovo assaggio: d'un tratto abbiamo visto Sebastian venire trascinato da una forza misteriosa verso delle letali lame rotanti; non c'è tempo di chiedersi se è un evento reale o frutto della follia del protagonista, e l'unico modo per salvare le penne è sparare a un piccolo interruttore in cima alla porta. Parlando di aspetti che ci hanno convinto solo a metà, una menzione va fatta infine alla realizzazione grafica, ben lontana dallo sfruttare a dovere le possibilità tecniche messe a disposizione dalle console next gen: addirittura la scelta di utilizzare un filtro visivo da pellicola cinematografica sembra quasi un escamotage per nascondere texture poco interessanti e ambienti monotoni piuttosto che una ponderata decisione stilistica. The Evil Within - Videoanteprima E3 2014


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