Magazine Diario personale

Ritorno alla terra, ritorno alla vita vera.

Da Lupussinefabula
Bisaccia (AV), 1981, Agricoltura tradizionale.

Bisaccia (AV), 1981, Agricoltura tradizionale. (Photo credit: Fiore S. Barbato)

Il primo fiore sbocciato nel nostro giardino è una rosa. Doveva essere gialla, come ci è stato garantito al momento dell’acquisti, invece è d’un rosso divertente che s’assomiglia al tramonto nei giorni più incandescenti dell’estate. Sarà… scherzi del destino.

Qualche giorno dopo lo sbocciare della rosa ha fatto timida comparsa una fragola, che poco a poco ha preso colore e ha addolcito il primo assaggio con il gusto nuovo delle cose buone.

Sarà un caso, ma le prime cose nate e raccolte dal nostro orto- giardino sono ROSSE. Come l’amore.

Ora aspettiamo che cali la pioggia che e che compaia ancora qualcosa che ci dia felicità.

Perchè ho notato che c’è più gioia in queste piccole cose che nascono più per volere divino che per cura nostra, che nell’impegno gravoso nei confronti di chi non vuole imparare o crescere o lasciarsi appassionare (il riferimento è purtroppo al mio mestiere, che spesso non dà i risultati nonostante investimenti ingenti di energia).

Quasi quasi mi dò all’agricoltura. E non sto scherzando. A contatto con la terra le fatiche (dallo strappare le erbacce all’annaffiare, al vangare…) le fatiche mi temprano e mi fanno stare bene, mi rilassano e mi lasciano pensare: la mia mente corre lungo le strade della vita, l’immaginazione si fa verace. Io mi sento più persona di quanto non mi sia sentita mai.



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